Leggenda vuole che Twilight (il romanzo) sia nato da un sogno. Stephenie Meyer, la scrittrice della serie di libri da cui sono tratti i film, aveva infatti sognato di una ragazza innamorata di un vampiro e, una volta sveglia, buttato giù di getto in poche settimane il primo libro. La saga, letteraria prima e cinematografica poi, ha avuto la grande intuizione di utilizzare dei temi eterni per raccontare suggestioni tipiche (ed adolescenziali) di questi anni (o almeno degli anni in cui è uscita). Se è vero che i vampiri sono sempre stat figure romantiche, come già aveva capito Murnau per il suo Nosferatu, è stata Anne Rice, negli anni ‘70, a raccontarli per la prima volta come anime sensibili e a renderli protagonisti di storie rosa. Intervista con il vampiro, il suo romanzo che è poi diventato negli anni ‘90 un film com Tom Cruise, è stato quello che definitivamente trasformato il sangue da elemento di orrore a metafora sentimentale.
Ma è anche vero che i vampiri di Twilight, che niente hanno a che vedere con i vampiri come li abbiamo sempre conosciuti, nei film sono spesso dotati di poteri e unici che li avvicinano molto a super-eroi come quelli X-Men. Proprio come questi ultimi, c’è chi crea campi elettrostatici, chi è in grado di vedere il futuro, chi legge il pensiero e chi comunica telepaticamente. Tutti poteri che poi tornano utili nelle grandi battaglie (esattamente come nei film degli X-Men. E come già aveva fatto qualche anno prima la saga (molto meno famosa e apprezzata) di Underworld, anche i film di Twilight hanno messo in scena l’opposizione tra le due fazioni, vampiri e lupi mannari, intese come due famiglie (rispettivamente metafore del ricco e agiato e della classe meno abbiente).
Se è indubbio che la saga cinematografica di Twilight si sia progressivamente sfaldata, calando qualitativamente film dopo film, va comunque riconosciuta la bravura in cui si è riusciti a creare un racconto in grado di creare negli appassionati una sete insaziabile di eventi, alternando fasi frenetiche d’azione e lunghi momenti di stasi lunghi in cui non succede nulla e che invece rimandano continuamente la svolta narrativa. Ma è chiaro anche che la parabola dei personaggi è di chiara impostazione religiosa. Non a caso il Libro di Mormon, testo sacro della religione mormona che è la confessione di Stephenie Meyer, è spesso citato come fonte di ispirazione della saga, che solo mescolando elementi appartenenti al passato (spesso molto lontano) è riuscita a raccontare il presente (e a conquistare una generazione).
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