Dati Istat impietosi analizzando l’impatto covid su Lombardia e non solo. “In 33 piccoli comuni della Lombardia il numero di decessi (per qualsiasi causa) è decuplicato a marzo 2020 rispetto al marzo 2019”. Scenario difficile anche a Pesaro e Piacenza (+200%)
In 33 piccoli comuni della Lombardia, avverte l’Istat, il numero di decessi (per qualsiasi causa) è decuplicato a marzo 2020 rispetto al marzo 2019. Lo rileva un’analisi dell’istituto, aggiornando i dati alle prime quattro settimane di marzo e prendendo in considerazione 1.450 comuni. “L’incremento dei decessi per il complesso delle cause – spiega l’Istat – è ravvisabile solo a partire dalla fine di febbraio e dalla prima settimana di marzo. E’ altresì concentrato nei comuni del nord e del centro in cui l’epidemia si è diffusa di più.
In queste aree si osservano aumenti ragguardevoli non solo nei centri urbani maggiori, ma anche in realtà comunali di dimensioni demografiche più contenute: in 33 comuni di piccole dimensioni della Lombardia i decessi nel mese di Marzo sono aumentati di oltre dieci volte rispetto alla media dello stesso periodo 2015-2019″.
Il focus si sposta poi sulle città lombarde che hanno fatto registrare un vero e proprio record di decessi. Particolarmente critica la situazione dei comuni della provincia di Bergamo: “Il capoluogo vede quasi quadruplicare i decessi per il complesso delle cause delle prime quattro settimane di marzo, passando da una media di 115 casi nel 2015-2019 a 597 nel 2020. Incrementi della stessa intensità, quando non superiori, interessano la maggior parte dei comuni della provincia bergamasca. Situazioni particolarmente allarmanti si riscontrano anche nella provincia di Brescia, nel cui capoluogo i decessi nelle prime quattro settimane di marzo sono più che raddoppiati: da 171 nel 2015-2019 a 460 nel 2020”.
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Numeri allarmanti anche in altri centri di Marche ed Emilia Romagna
Non solo la Lombardia. Si registrano incrementi superiori al 200% anche in capoluoghi come Piacenza o Pesaro, città colpite dall’emergenza covid in maniera forte e continuata. Considerando il genere e la classe di età dei deceduti si conferma il maggiore incremento dei decessi degli uomini e delle persone maggiori di 74 anni di età. Le differenze tra i due generi sono particolarmente accentuale nei più anziani residenti al Nord, per gli uomini infatti si osserva un incremento dei decessi del 163% a fronte del 102% per le donne, nella classe di età 75 e più.
Con il consolidarsi della base dati Istat sui decessi di fonte ANPR sarà possibile estendere queste analisi via via ad un numero sempre maggiore di comuni e rendere disponibile alla comunità scientifica, ai decisori e ai cittadini dati di dettaglio utili per la comprensione delle dinamiche in atto. Ulteriori dettagli a disposizione degli esperti. Saranno inoltre effettuati ulteriori approfondimenti anche in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità per un più efficace monitoraggio dell’impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità complessiva”.