Le aperture dopo il 13 aprile saranno molto ridotte. Incontro in videocollegamento con le parti sociali, i governatori e i sindaci. Il premier: “Riaprendo, vanificheremmo i risultati”. Boccia a Confindustria: “Prima la salute dei cittadini”.
La notizia era già nell’aria ed ora diventa quasi realtà. Il governo ha paura di vanificare tutto lo sforzo compiuto per arginare la pandemia di coronavirus, e sceglie la cautela. Ora c’è da chiedersi come la penseranno tutti quelli che hanno perso un lavoro e non vedono l’orizzonte. Il governo ha scelto la strada della collaborazione per le nuove restrizioni. Ha sentito le parti sociali, in videoconferenza, il tema è affrontare il tema le limitazioni da adottare dopo il 13 aprile, quando scadranno le precedenti misure. E preparare il nuovo decreto. Con pochissime deroghe: una di queste riguarderà librerie e cartolerie, che riapriranno i battenti da martedì.
Giuseppe Conte, ha convocato i segretari di Cgil, Cisl e Uil Landini, Furlan e Barbagallo che ieri avevano sollecitato un incontro con una lettera. Erano presenti anche i ministri Gualtieri, Speranza, Catalfo. E i rappresentanti di Confapi, Reteimprese, Alleanza cooperative, e Confimi imprese. “Il lockdown durerà fino al 3 maggio”, hanno detto i sindacati al termine dell’incontro. “Il presidente del Consiglio ci ha confermato che, ad oggi, non ci sono ancora le condizioni per far ripartire le attività sospese”, ha spiegato il segretario della Uil Barbagallo. Subito dopo, è partita la videoconferenza con i governatori Fontana, Bonaccini, Musumeci. Presenti anche diversi sindaci, tra cui il presidente dell’Anci Decaro, e la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi. “Riaprendo, vanificheremmo i risultati”, ha spiegato il presidente del Consiglio.
Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia ha inviato un messaggio chiaro a Confindustria: “Il governo ha le idee chiare: dobbiamo mettere in sicurezza la salute degli italiani. Con la salute a rischio, non c’è economia”. E ha aggiunto: “Prima mettiamo in sicurezza la Lombardia e tutti gli ospedali lombardi, e poi penseremo alla Fase 2”. Ieri Confindustria per la Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, ha lanciato ufficialmente la richiesta di riaprire urgentemente le attività. Il tema è stato oggetto di un confronto serrato tra Conte e i capi delle delegazioni dei partiti di maggioranza e l’orientamento sembra essere quello della massima prudenza. Si va verso un prolungamento fino al 3 maggio delle misure di isolamento. Con il beneplacito del comitato tecnico-scientifico del ministero della Salute.
In materia di restrizioni e ritorno ad una pseudo normalità sono possibili solo alcune deroghe per piccole attività legate alla filiera agroalimentare, sanitaria, farmaceutica, sempre rispettando le misure di distanziamento sociale. Maretdì potrenno riaprire cartolerie e librerie. Intanto Boccia spiega quali saranno i prossimi passaggi: “Occorre passare alla fase 2 con graduali aperture delle fabbriche e degli uffici nel rispetto di tutte le prescrizioni sanitarie per la sicurezza dei lavoratori”. Poi – spiega Boccia – ci sarà una fase 3 con “massivi investimenti pubblici che compensino e supportino la progressiva ripresa della domanda privata”. E ha aggiunto che della futura cabina di regia farà parte anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. “Basta polemiche”, ha detto Boccia.
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