Olanda contraria agli eurobond al pari della maggioranza dei paesi. Lo sottolinea il ministro delle Finanze olandese Hoekstra. “La posizione è stata argomentata in modo cristallino fin dall’inizio, il no era evidente”
La vicenda eurobond si sarebbe conclusa in modo coerente rispetto a quanto dichiarato dall’Olanda e dalla maggioranza dell’eurogruppo. Il ministro delle Finanze olandese Hoekstra fa il punto della situazione all’indomani del vertice di ieri sera. “C’è una maggioranza contro gli eurobond. C’è una maggioranza contro la mutualizzazione del debito. Il calcolo è piuttosto semplice: nove Paesi hanno firmato un documento a favore degli eurobond. E’ relativamente facile fare i conti: ci sono 19 Stati membri dell’Eurogruppo e 27 membri dell’Ue”
“Ma per come la vediamo noi – ha aggiunto – non è una discussione così rilevante. E naturalmente, per questo tipo di lettere, se le firmi è chiaro, ma è chiaro anche se non le firmi. E’ molto semplice: gli eurobond sono una cosa con la quale non sono d’accordo e con la quale non sarò mai d’accordo”. Poi, aggiunge le motivazioni. “La mia convinzione profonda è che non solo siano ingiusti nei confronti del contribuente olandese, ma che alla fine sarebbero una cosa che aumenterebbe, anziché diminuire, i rischi per l’Unione Europea nel suo complesso”. “Pertanto – ha proseguito Hoekstra – sono una cosa poco saggia, che deve essere evitata. Ma nel complesso credo che quello che è stato approvato nella notte dall’Eurogruppo sia un grande pacchetto: è una combinazione di solidarietà e e di saggezza, va bene nel breve periodo e nel lungo periodo e io come ministro olandese delle Finanze sono molto soddisfatto”.
Leggi anche –> 8 mln di anziani con malattie croniche: “emergenza non deve fermare le cure”
“Bene il compromesso sugli aiuti riferiti ai costi sanitari”
Le linee di credito Eccl a condizionalità leggera del Meccanismo Europeo di Stabilità su cui l’Eurogruppo ha trovato l’accordo potranno essere utilizzate per affrontare i costi economici della pandemia di Covid-19. Una limitazione precisa esiste: si potranno usufruire solo per i costi sanitari diretti e indiretti legati alla malattia. E i ministri si sono dedicati “specificamente” a intendersi su che cosa si intenda per i costi sanitari “indiretti” che le Eccl potranno coprire.
Leggi anche –> Il premier Conte: “la mia posizione sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà”
Durante l’Eurogruppo in videoconferenza di ieri, ha detto Hoekstra, “ci siamo dedicati specificamente a questa questione. I costi diretti legati alla sanità per la Covid-19 sono per esempio il costo relativo agli ospedali”. “I costi indiretti – ha proseguito Hoekstra – sono solo costi sanitari indiretti: per esempio, la fase di riabilitazione e cura” dei malati di Covid-19, “i trattamenti dei quali le persone possono avere bisogno dopo aver lasciato l’ospedale”.
“E, per esempio – ha continuato – le attrezzature sanitarie di cui potrebbero avere bisogno in quella. Ma deve essere legato al coronavirus. Non può essere usato, e non lo sarà, per esempio per gli effetti economici indiretti” della pandemia. “E ci siamo occupati esplicitamente di questo – ha detto ancora – anche nelle varie call. Potete chiedere ai miei colleghi: ce ne siamo occupati esplicitamente, con i ministri delle Finanze dei Paesi più grandi, per intenderci che cosa rientra e cosa no. L’accordo è globale ed equo, come Olanda e come Europa”.
“E penso che sia giusto – ha concluso Hoekstra – perché per quella parte la sola condizionalità è il coronavirus, del quale soffriamo tutti. Ma per i mezzi di cui un Paese ha bisogno per affrontare i costi economici, diretti e indiretti, lì si applicano le regole di sempre, con la condizionalità macroeconomica. E’ molto chiaro”.