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Politica

Coronavirus in Veneto, Zaia: “Lockdown non c’è più, il 60% delle aziende lavora”

Durante l’ultimo contro con la stampa, con la presenza del governatore del Veneto è stato fatto il punto della situazione coronavirus nella Regione: ma Zaia, però, si è accanito soprattutto sul lockdown e sulla situazione europea.

Nel corso dell’ultimo punto stampa – mandato anche in diretta su Facebook – il presidente del Veneto Luca Zaia è stato molto chiaro: il lockdown è una farsa, un’ipocrisia ormai. Nella Regione, infatti, le aziende hanno ripreso a lavorare, così come molti altri professionisti e dipendenti. In merito a questa situazione, allora, Zaia si è interrogato sulle disposizioni del governo.

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Il lockdown quando finisce? Smettiamola con questa ipocrisia. Il lockdown almeno in Veneto non esiste più, perché di fatto già oggi il 60% delle aziende sta lavorando“, ha infatti esordito il governatore. E ha poi proseguito: “Ho parlato questa mattina con il ministro Speranza e sembra che il governo scriva il prossimo Dpcm prima di Pasqua, spero ci sia la possibilità di dare il nostro contributo. Come ribadisco sempre, ogni decisione dovrà essere supportata da un parere scientifico, e ad oggi in Veneto la partita con il virus non è finita, con quasi 13mila positivi, oltre 1500 malati ricoverati, 270 in terapia intensiva e 750 morti, ma bisogna prendere atto che già oggi molte aziende stanno lavorando”.

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Una situazione inevitabile, purtroppo, perché gli effetti dell’emergenza coronavirus stanno portando il Paese ha una crisi senza precedenti: in tale prospettiva l’ingranaggio lavorativo per molte realtà non può essere fermato; le aziende, e i dipendenti, hanno bisogno di lavorare. “E allora dobbiamo mettere in sicurezza i lavoratori, per questo le aziende devono poter disporre dei dispositivi di sicurezza, mascherine e guanti”, ha spiegato non a caso Zaia.

Coronavirus e fronte Europa, Zaia: “Ue è latitante”

Sempre contestualmente al punto stampa di oggi, il governatore del Veneto è tornato a parlare del panorama di crisi generale, che si espande oltre i confini del nostro Paese. In particolare, dati gli ultimi sviluppi sulla questione “Eurobond contro Mes“, il presidente ha attaccato duramente la posizione dell‘Unione Europa e il suo modo di dare – o non dare – risposte concrete per la battaglia contro la pandemia.

“In Europa il dibattito è imbarazzante, vergognoso. L’Europa è latitante e spero che il governo non si accontenti di aver approvato il ‘Dl liquidità’, e vada a bussare decisamente in Europa. Europa che deve fare qualcosa, con l’emissione di titoli per l’emergenza o altri strumenti; ma non può far finta di nulla“, ha infatti esordito Luca Zaia.

Patente di immunità non funziona, donato ospedale dal Qatar

Durate la conferenza stampa, Luca Zaia ha inoltre dato la sua opinione in merito a quella che dovrebbe essere la cosiddetta “patente di immunità“, e ha aggiornato i suoi corregionali in merito agli aiuti sanitari ricevuti dai Paesi esteri.

Per ciò che concerne il primo punto, il governatore commentato la posizione del ministro della Salute, che avrebbe di recente dichiarato come la “patente di immunità”, basata sui test sierologici, non avrebbe alcuna validità. Un commento che è tuonato attraverso le seguenti parole: “Al ministro Speranza do il consiglio di lasciare il dibattito sulla patente di immunità al mondo scientifico, all’interno del quale oggi vi sono posizioni completamente diverse, in antitesi una con l’altra. Aspettiamo che si mettano d’accordo tra di loro”.

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Infine, per ciò che riguarda gli aiuti dall’estero, Zaia ha reso noto che alla Regione Veneto “è stato donato un ospedale da campo top del mercato dal Qatar. Ventidue ingegneri sono già arrivati per sovraintendere al montaggio. Sarà una struttura che coprirà un’area di oltre 5000 metri quadrati con 500 posti letto, […] e fornita di tutto, dai cablaggi, ai letti. […] Vogliamo metterla vicino a un ospedale, in ottica Covid, visto che è possibile un’altra ondata di contagi in autunno“.

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