Uno degli argomenti più scottati sul quale tutti stanno cercando una risposta già da tempo, riguarda le tempistiche attraverso le quali si estenderà ancora il lockdown in Italia: ebbene, a dare una risposta è stato l’esperto Luca Richeldi, che ha parlato di un coronavirus troppo “imprevedibile” per poter tornare subito alla normalità.
Secondo quanto sostiene Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del comitato tecnico-scientifico, “ripartire troppo in fretta” dopo aver tentato di arginare la dimensione della pandemia in Italia, potrebbe “avrebbe effetti deleteri”. Questo poiché, come spiega l’esperto, “il virus è troppo imprevedibile”, e servono perciò cautela e prudenza.
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Coronavirus, Richeldi: non si torna alla normalità troppo in fretta
Come del resto aveva già sostenuto Anthony Fauci, massimo esperto negli USA per quanto riguarda il Covid-19, sarebbe un errore imperdonabile pensare di tornare alla normalità nel giro di pochissimo tempo. Non è come spegnere e accendere la luce, ed è autodistruttivo pensare di entrare nella fase 2 con tutti e due i piedi, come per saltare in una pozzanghera. Per uscire dalla crisi pandemica bisogna essere accorti, prudenti e meticolosi.
Insomma, non è possibile pensare di tornare alla normalità, a condurre la nostra vecchia vita, dall’oggi al domani. Luca Richeldi, membro del comitato tecnico-scientifico che affianca il governo italiano in questa grave emergenza coronavirus, ha parlato chiaro. Riaprire il Paese e disfarsi delle misure contenitive subito dopo Pasqua è troppo rischioso, dal momento che non è da escludere una possibile seconda ondata di contagi nel prossimo autunno.
Come spiegato da Richeldi nell’ultima intervista rilasciata al Messaggero, infatti, sarebbe “abbastanza scontato” il quadro della situazione. “Aprire tutto troppo in fretta avrebbe effetti deleteri. Lo ha detto anche il professor Rezza dell’Istituto superiore della Sanità nella conferenza stampa dell’altro giorno: servono cautela e prudenza. Bene, io concordo: servono cautela e prudenza”.
Secondo quanto ulteriormente sottolineato dall’esperto, infatti, “ci sono degli elementi di imprevidibilità” che non permettono rilassamenti o rallentamenti delle misure nel breve tempo. “Osserviamo pazienti che sembrano piuttosto stabili e poi hanno dei peggioramenti considerevoli. Ricordiamoci che stiamo parlando di un virus che fino a quattro mesi fa non avevamo neppure sui libri. Abbiamo una polmonite con delle caratteristiche se non uniche comunque specifiche”, spiega a tal proposito Richeldi.
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Il nuovo coronavirus è troppo imprevedibile per mettere alle autorità di fare dei pronostici con largo anticipo. E data la situazione d’emergenza che è riuscito ad esportare in tutto il mondo, cautela e pazienza sono le parole chiave delle prossime fasi. Fasi nelle quali avverrà la riapertura del Paese, indubbiamente, ma che saranno anche caratterizzate da test sierologici a campione.
Come sottolineato da Richeldi, infatti, questi “saranno molto utili, purché sia chiaro che saranno studi epidemiologici. Ci serviranno a capire quanto il contagio è diffuso in Italia, sempre ovviamente che siano test affidabili: questa deve essere la base di partenza, altrimenti è tutto inutile”. L’esperto ha poi infine concluso: “il risultato sarà un elemento in più. Utile. Ma non si potrà decidere solo sulla base di quello per quanto riguarda la fase 2“.