Si attende la conferenza stampa del capo del Governo e il decreto sulla proroga del lockdown. A tre giorni dalla scadenza delle misure predisposte dall’ultimo Dpcm, vengono confermate le indiscrezioni dei giorni scorsi
Come anticipato nei giorni scorsi, arriva il decreto con la proroga dal 14 aprile al 3 maggio del lockdown per ridurre il contagio da coronavirus. La bozza del dpcm in fase di elaborazione in queste ore confermerebbe tutte le misure che limitano gli spostamenti e le attività produttive. Ma ci sarebbero alcune novità, che vanno nella direzione della riapertura graduale. Potrebbe infatti ripartire il commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria. E a queste potrebbero accodarsi le librerie e i negozi di vestiti per bambini e neonati, ovviamente solo nel caso in cui potranno garantire tutte le regole di sicurezza. Le riaperture saranno chirurgiche, limitate all’ambito di pochissimi codici Ateco legati alle filiere essenziali.
Confermata anche la nascita di una task force formata da economisti, giuristi, scienziati e sociologi. Avrà un mandato chiaro: guidare la ricostruzione del Paese che, come noto, dovrà risvegliarsi sul piano economico da uno stop veramente lungo. Alla guida della task force ci sarebbe Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone.
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Il Goverso ha ascoltato il comitato tecnico-scientifico, che ha indicato la strada della prudenza e di un nuovo decreto che prolunghi il lockdown. Il calo dei contagi non sarebbe dunque bastato per anticipare la fase 2, richiesta a gran voce da una parte del paese. Di trend decrescenti e segnali positivi nel contenimento del coronavirus ha parlato anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Confermato il calo senza farsi illusioni sulle tempistiche. “La curva – ha spiegato nella consueta conferenza stampa – mostra una situazione di decrescita ma – ha aggiunto – questo segnale positivo non ci deve fare abbassare la guardia. E’ una fase particolarmente delicata per sconfiggere questo male”.
Passeggiate e ripresa controllata delle uscite di casa rimandate, dunque. Almeno fino a maggio. Come emerso negli ultimi giorni, una parte delle regioni italiane (quelle meno colpite in maniera marcata) aveva spinto per un anticipo della riapertura. Ma al Governo, che monitora i dati quotidianamente, non sono bastate le rassicurazioni di una curva in lieve decrescita. Troppo poco per procedere a riaperture, anche se il rischio di insofferenza da parte di una fetta di popolazione potrebbe palesarsi e fare capolino con il passare dei giorni di totale reclusione.
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