Fissata per domani la discussione generale, per 7 ore, del Dl Cura Italia al Senato: c’è grande tensione, la politica è spaccata.
Oggi in aula il voto sul provvedimento che stanzia 25 miliardi per far fronte all’emergenza: c’è grande tensione, il momento è molto delicato. La politica è spaccata. In mancanza di un accordo politico con le opposizioni, per garantire un passaggio spedito e una veloce approvazione, per la prima volta il governo porrà la fiducia su un provvedimento contro la pandemia. Non ci sarà un voto bipartisan. Come finirà è ancora un mistero. Il voto ai tempi dell’emergenza sanitaria sarà comunque molto particolare: consentito l’ingresso in Aula in ordine alfabetico a gruppi di 50 senatori per volta in modo da garantire il distanziamento fisico. Oltre a guanti, mascherine e detergenti disinfettanti, nell’Aula di Palazzo Madama sono state stabilite regole anche per i microfoni che ogni gruppo parlamentare è autorizzato ad utilizzare per rispettare le disposizioni di profilassi decise. Il decreto arriverà alla camera la settimana prossima, superate le festività pasquali.
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Giorgia Meloni ha dichiarato proprio oggi: “Il clima di collaborazione da parte del governo, arrivati a questo punto, penso non ci sia mai stato, è stato un bluff. Noi ce l’abbiamo messa tutta, non abbiamo mai smesso e non smetteremo“. Il suo sarà dunque voto contrario “ma senza ostruzionismo“. “Con l’apposizione della fiducia sul decreto Cura Italia viene definitivamente smascherata la farsa della presunta volontà di condivisione da parte del governo Conte. Mi chiedo a cosa siano servite ore e ore di riunione con le opposizioni se la maggioranza aveva in mente di blindare il provvedimento“, dichiara la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Insieme a lei anche Gasparri che ha parlato di “enorme presa in giro.” Il decreto Cura Italia in effetti risarcisce solo il 30% delle perdite subite dai lavoratori autonomi per il lockdown ed esplica maggiori effetti al Sud in rapporto al Pil (1,4% contro l’1,2% nel Centro-Nord), mentre in termini pro capite si concentra maggiormente al Centro-Nord (372 euro pro capite contro i 251 nel Mezzogiorno). Lo stabiliscono i dati elaborati da Svimez secondo cui con il Cura Italia il Centro-Nord risulta “compensato” per il 40% della perdita subita, il Sud per il 50%.
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