Il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco. “Riaprire le scuole entro il 18 maggio sarebbe estremamente rischioso. Andrebbero riaperte comunque non prima di settembre”
Le scuole, secondo il virologo Pregliasco, andrebbero riaperte non prima di settembre. Dopo tanti pareri e interventi in merito, dall’esperto dell’Università di Milano arriva una doccia fredda. Troppo rischio, secondo il virologo, una riapertura entro il 18 maggio per consentire il completamento dell’anno didattico in maniera regolare. “Non andrebbero comunque riaperte prima di settembre – ha spiegato all’Ansa – procedere con una riapertura a maggio sarebbe un enorme rischio, perchè gli istituti scolastici rappresentano un concentrato di soggetti a contatto tra loro. Non dimentichiamoci che in ambiti di quel tipo, dove la distanza di sicurezza è difficilmente realizzabile, ci esporremmo a un rischio grande. Ciò vale soprattutto per le scuole elementari, dove bambini più piccoli sono difficilmente controllabili”. E rincara: “Sì, è totalmente inopportuno riaprire a maggio”.
Il governo, in tal senso, sembra ascoltare questa linea: quest’anno le scuole non riapriranno, sembrerebbe certo. Già ieri, erano filtrate indiscrezioni secondo i pareri del comitato tecnico scientifico. Quest’ultimo ritiene pericoloso mettere in movimento 12 milioni di persone tra studenti, genitori, docenti, personale ATA, dirigenti scolastici legati al riavvio delle attività didattiche.
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Cosa accadrà nei prossimi mesi? Le ipotesi in campo
Se la chiusura per tutto l’anno scolastico sarà riconfermata, scatteranno gli scenari contenuti nel Decreto scuola pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale che contemplano lo scenario peggiore. Per gli esami di Stato secondaria (I grado) non si svolgerà l’esame, ma in questo caso, si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe. Si prevede anche la consegna di un elaborato da parte degli studenti. Per gli esami di Stato di II grado l’esame viene ridotto al solo colloquio orale. Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma. Tutti gli studenti avranno la possibilità di partecipare agli esami.
Il decreto prevede, inoltre, che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Per l’ammissione agli esami di Stato si deroga alle ore di Alternanza e alla prova Invalsi. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti. Di conseguenza ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato e approfondito all’inizio del prossimo.
La riapertura a settembre non piace alle regioni
Le prime settimane di settembre saranno dedicate al recupero degli apprendimenti. Poi partenza unica per tutte le scuole, che potrebbe essere il 21 secondo le prime indicazioni provvisorie. Ma l’idea non piace alle regioni, che sarebbero già sul piede di guerra perché ritengono una invasione di campo una eventuale decisione centrale per l’avvio delle attività didattiche. Il calendario è, infatti, una prerogativa delle regioni, tanto che Lombardia, Veneto, Liguria e Toscana hanno già parlato di volontà di ricorso.