Gli odontoiatri si mettono in sicurezza in vista della tanto attesa Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Un tavolo tecnico si è svolto in streaming nelle scorse ore.
Non mancano le categorie di lavoratori che iniziano a darsi da fare, in vista di una riapertura delle attività che sembra sempre meno lontana. La tanto attesa Fase 2 dell’emergenza Coronavirus si sta avvicinando e ci si prepara anche a un ritorno, lento e graduale, alla normalità. Ad esempio, i dentisti stanno iniziando a valutare la possibilità di rimettere in mano i “ferri del mestiere” e riprendere la propria attività. Tanto che nelle scorse ore è stato svolto un vero e proprio tavolo tecnico.
Nella giornata di ieri, infatti, si è riunito un tavolo istituito dalla Commissione Albo Odontoiatri nazionale. I membri della CAO si sono incontrati in streaming proprio per parlare della possibilità di una riapertura delle attività. Attualmente, infatti, tutti gli studi dentistici e odontoiatrici sono chiusi in osservanza alle norme per ridurre la diffusione del Coronavirus. In ogni caso, la valutazione è attualmente in corso, anche sulla base di una serie di direttrici che verranno seguite per agevolare la ripartenza delle attività.
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Il presidente della CAO Raffaele Iandolo ha fatto capire quanto potrebbe essere importante tutto questo, proprio per mettersi alle spalle il periodo nero causato dal Coronavirus. “Attualmente gli studi odontoiatrici sono di fatto chiusi, ma disponibili a garantire le esigenze di urgenza di alcune prestazioni non differibili, al fine di limitare gli spostamenti dei cittadini dalle loro abitazioni. In ogni caso, già oggi andare dal dentista, in caso di intervento urgente e indifferibile, è sicuro. Con un atto di grande responsabilità, la professione si è data autonomamente la regola di limitare le prestazioni alle urgenze”.
Ma quali sono queste direttrici che verranno seguite dalla CAO per valutare la riapertura degli studi dentistici e odontoiatrici? Sono sette, ovvero le conoscenze scientifiche sul virus, comprese modalità di diffusione, epidemiologia e diagnosi; l’eventuale screening dei pazienti tramite test rapidi e sierologici; la protezione del paziente e degli operatori sanitari; la sanificazione degli ambienti; l’uso ottimale dei dispositivi individuali di protezione; gli aspetti organizzativi.
Iandolo ha anche fatto capire qual è l’obiettivo che è stato posto durante la conference call della CAO. Si pensa soprattutto a offrire riferimenti certi agli odontoiatri, in modo da tutelare la loro salute e quella dei pazienti.