Coronavirus, la Cina dona forniture sanitarie al Vaticano

L’iniziativa della Croce Rossa della Cina e di una Fondazione benefica della provincia di Hubei che dona attrezzatura al Vaticano. Donate forniture sanitarie alla farmacia. La Santa Sede ringrazia. “Apprezzato il gesto generoso, esprimiamo riconoscenza”

Papa Francesco ringrazia la Cina

La Cina dona dispositivi al Vaticano. In questi giorni, dal paese asiatico, in particolare tramite le organizzazioni della Red Cross Society of China e della Hebei Jinde Charities Foundation, “sono pervenute alla Farmacia Vaticana donazioni di forniture sanitarie, quale espressione della solidarietà del popolo cinese e delle comunità cattoliche a quanti sono impegnati nel soccorso alle persone colpite dal Covid-19 e nella prevenzione dell’epidemia di coronavirus in atto”. Lo afferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni.

“La Santa Sede – aggiunge Bruni – apprezza il generoso gesto ed esprime riconoscenza ai Vescovi, ai fedeli cattolici, alle istituzioni e a tutti gli altri cittadini cinesi per questa iniziativa umanitaria, assicurandoli della stima e delle preghiere del Santo Padre”.

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Il primo carico di aiuti era stato inviato due settimane fa

L’agenzia Fides aveva reso noto nei giorni scorsi che una parte degli aiuti, attraverso la Farmacia Vaticana, sono stati inviati all’Ufficio della pastorale sanitaria del Vicariato di Roma. Nel complesso, 10mila mascherine del modello N95, oltre 500 mila mascherine usa-getta, 27 mila guanti chirurgici, 8mila tute e 6mila occhiali di protezione. Altri aiuti, con ampi quantitativi degli stessi dispositivi sanitari, sono stati inviati alla diocesi di Macerata, al policlinico Agostino Gemelli e all’ospedale da campo della Associazione nazionale alpini.

Il primo carico di dispositivi sanitari, spedito grazie alle raccolte dei cattolici cinesi, era arrivato in Italia due settimane fa: in quel caso le attrezzature di protezione erano state prese in consegna e redistribuite dalla Caritas ambrosiana, nel territorio dell’arcidiocesi di Milano e in Lombardia, epicentro della pandemia.

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L’epidemia cambia le celebrazioni della Pasqua

L’epidemia porta cambiamenti anche nelle celebrazioni papali. Oggi, Giovedì Santo, Francesco non celebrerà la messa crismale, quella e ogni vescovo insieme con il suo clero, per l’impossibilità di riunire nella basilica di san Pietro i sacerdoti romani. La celebrazione si terrà a crisi finita. La Messa in Coena Domini si terrà alle ore 18 all’altare della Cattedra senza il tradizionale rito della lavanda dei piedi (che comunque è previsto possa essere omesso) e non si concluderà con la reposizione del Santissimo alla fine della celebrazione.

Venerdì Santo i momenti saranno due. Il primo è la Liturgia della Passione e dell’adorazione della Croce, alle 18, nella basilica di San Pietro. Il Crocifisso di San Marcello sarà coperto. Come ogni anno, ci sarà una meditazione del predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, quindi il Crocifisso verrà svelato. Ci sarà l’adorazione ma non il bacio alla Croce. Un programma sostanzialmente modificato nei giorni dell’immediata vigilia.

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