Alle 17 si terrà una nuova riunione dell’Eurogruppo dopo il rinvio avvenuto ieri a causa delle posizioni divergenti tra i vari paesi su come affrontare l’emergenza economica in corso.
Neanche fosse una partita a scacchi in cui si ragiona e si crea una strategia di battaglia, dove il giocatore cerca di essere in anticipo di tre o quattro mosse sull’avversario. L’accordo è lontano e anche se è difficile trovare un negoziato che renda la scelta unica e strategica. Alcuni sono riusciti a trovare un intesa: Germania e Francia si sono ricompattate e lavorano per una definizione che sia all’altezza della tragica situazione in cui l’Europa sta vivendo ed in risposta alla crisi economica che potrebbe anche essere più catastrofica del Coronavirus. C’è la volontà di ricostruire, ma c’è chi vuol farlo con il Mes come prima arma di difesa e chi invece vede il Meccanismo Europeo di Stabilità come una minaccia e preferisce raccogliere denaro attraverso gli Eurobond.
E poi c’è l’Olanda dei no, che con il suo piccolo paradiso fiscale, dove addirittura risiede anche la più grande società Italiana di Automobili FIAT, “grande” se non altro è stata l’elargizione dei denari che per decenni sono usciti dalle casse dell’erario italiano per finire nelle casse del lingotto. Ma non è solo la società fondata dagli Agnelli a risiedere lì. L’Olanda è meta di tutto il gotha imprenditoriale mondiale. Quella parte dello Stato dei Paesi Bassi che conta circa gli stessi abitanti del Lazio, hanno posto un veto: esclusi gli eurobond e si al Mes ma senza condizioni alcune. Il premier Giuseppe Conte è determinato: “Abbiamo bisogno degli Eurobond per non far perdere competitività a tutta l’Europa. È nell’interesse reciproco che l’Europa sia all’altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire ognuno fa per sé – avverte in un’intervista a Bild -. Ma impiegheremo il triplo, il quadruplo, il quintuplo delle risorse per uscire da questa crisi e non avremo garanzia che ce la faremo nel modo migliore”.
Tra poche ore è convocato nuovamente l’Eurogruppo, ed anche se il Ministro francese Bruno La Maire sarebbe dell’opinione che “l’Italia merita una solidarietà rafforzata” in comune accordo con il collega tedesco Olaf Scholz la sensazione è che Giuseppe Conte si ritroverà solo, forse con la Spagna nella partita degli Eurobond.
Riforme e conti in ordine in cambio di aiuti
L’Olanda sembra dunque al momento per l’Italia il vero nemico da sconfiggere per riuscire a trovare una soluzione comune con gli altri paesi. I Paesi Bassi non sembrano infatti voler aprire in alcun modo alle proposte presentate dall’Italia e dalla Francia.
Il discorso portato avanti dal premier Mark Rutte e dal Ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra è abbastanza semplice. L’Olanda non vuole che vengano elargiti degli aiuti economici incondizionati, senza che poi gli stati che li ricevono, non siano obbligati ad applicare delle riforme che puntino a rimettere i conti a posto nei loro bilanci. Questo, in quanto ritengono che alla lunga, sarebbe l’intero bilancio europeo ad essere compromesso nel medio termine.
E difatti il Parlamento Olandese nella giornata di oggi, tramite due risoluzioni approvate, invita il governo a a confermare all’Eurogruppo il rifiuto del paese ad accettare gli eurobond come strumento per affrontare l’emergenza economica. Queste due risoluzioni approvate dal parlamento olandese, non vincolano l’esecutivo a tenere necessariamente questa posizione. Ma sembrano indicare una via politica molto chiara.
Anche perché non bisogna dimenticare che già nella giornata di ieri, il Ministro delle Finanze olandese Hoekstra, ancora prima che l’Eurogruppo avesse inizio, aveva dichiarato che il suo paese escludeva categoricamente la possibilità di accettare gli eurobond, così come quella di poter avallare un Mes senza condizionalità.
Per quanto riguarda la Germania, se da un lato i tedeschi si sono dimostrati molto più aperti al dialogo e alla ricerca di una soluzione comune, è però anche vero che nella giornata di ieri il Ministro delle Finanze Olaf Scholze, aveva comunque fatto intendere che la Germania preferirebbe comunque un ricorso a strumenti più tradizionali, che non invece a soluzioni come gli eurobond.
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Su queste basi dunque, avrà luogo il confronto tra i vari stati membri nella nuova riunione dell’Eurogruppo che inizierà alle ore 17.