Il leader leghista non vuole saperne di affidare agli altri Paesi i debiti italiani. “Ce li ripagheremo da soli. I buoni di Stato straordinari sono un’idea”, dice Salvini.
Mentre nel mondo l’emergenza Coronavirus continua a dilagare, non possono non essere trattati i temi relativi al rilancio dell’economia. La notizia dei giorni scorsi, per quanto riguarda l’Italia, è quella dell’emissione di garanzie per 400 miliardi di euro. L’annuncio lo ha dato Giuseppe Conte e ha suscitato reazioni contrastanti. Matteo Salvini, invece, vuole pensare in maniera come sempre autoctona e senza il sostegno estero. Il leader della Lega, intervenuto telefonicamente a Telelombardia, sostiene in linea di massima che l’Italia debba cavarsela da sola.
Anche perchè, come ribadisce Salvini, se l’Italia non dovesse ricevere aiuti dall’Unione Europea, non occorre perdere tempo a piangersi addosso. Anzi, bisognerà tirare fuori tutti gli strumenti a disposizione per concretizzare la ripartenza. “Lo dicevo anche ad Attilio Fontana – dichiara il leader della Lega – : non arriveranno soldi dall’Europa e dallo Stato? Rimbocchiamoci le maniche come Lombardia. Abbiamo un bilancio molto più sano dello Stato centrale, pensiamo all’emissione di buoni di risparmio di Regione Lombardia per aiutare famiglie e lombarde. Se non ci aiutano da Bruxelles, non possiamo far morire di fame o di virus la nostra gente“.
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Dunque Salvini ribadisce ancora una volta la sua posizione contraria all’adozione del Mes. Un metodo osteggiato dall’ex guardasigilli, che non vuole la condivisione dei debiti del nostro Paese. “Non chiediamo di usare soldi dei tedeschi, dei polacchi o dei francesi. Per gli italiani chiediamo soldi degli italiani – ribadisce Salvini – . Neanche questo, ci promettono il Mes che è una rapina perchè significa indebitare i nostri figli e mettere a pegno i monumenti italiani e i conti correnti. Possiamo puntare su buoni del tesoro straordinari come quelli del Dopoguerra, comprati da italiani con condizioni vantaggiose. Il debito italiano deve essere comprato dagli italiani, non da qualche multinazionale, da qualche banca o da qualche fondo straniero“.
Salvini torna anche sulle sue recenti dichiarazioni, relative alla possibilità di riaprire le chiese al pubblico. Il leader leghista incassa critiche e ironia nei suoi confronti, ma ritiene che non può succedere nulla di male se si va a pregare mantenendo le distanze. “Nessuno pensa alle chiese aperte colme, però se, in tre o quattro, volessero, potessero, mettere piede in una chiesa, non penso che, con guanti e mascherine, darebbero fastidio a nessuno. La mia ipotesi era una riflessione sul fatto di come vivere la fede, è chiaro che ognuno la sua fede la vive anche nel privato, la vive a casa, la vive nel suo intimo. Io ritengo che anche per quelli che credono, che ci tengono, potersi riavvicinare alla fede anche fisicamente sarebbe importante. Poi – conclude Salvini – decideranno i vescovi, decideranno i medici“.
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