Nella Messa a Santa Marta, Francesco prega il Signore perché possa convertire chi si sta approfittando dell’emergenza nazionale.
“Preghiamo per la gente che in questo tempo di pandemia fa commercio con i bisognosi: approfittano della necessità degli altri e li vendono, i mafiosi, gli usurai e tanti altri. Che il Signore li converta“: parla così il Papa, semplicemente, in uno dei discorsi più toccanti durante la messa a Santa Marta. “Pensiamo ai Giuda istituzionalizzati nel mondo, che sfruttano la gente. E pensiamo anche al piccolo Giuda che ognuno ha dentro di sè, e deve scegliere fra lealtà o interesse“. Si tratta di una messa importante questa: nell’omelia, Francesco commenta il Vangelo di Matteo (Mt 26, 14-25), che ci parla del tradimento di Giuda. “Anche oggi ci sono i Giuda, persone che tradiscono, anche i propri cari, vendendoli, per i propri interessi. Anche oggi ci sono persone che vogliono servire Dio e il denaro, sfruttatori nascosti, apparentemente impeccabili, ma fanno commercio con la gente: vendono il prossimo. Giuda ha lasciato dei discepoli, discepoli del diavolo. Giuda era attaccato al denaro: chi ama troppo i soldi, tradisce. Ma è tradito dal diavolo, che è un mal pagatore e lascia nella disperazione. E finisce per impiccarsi.” Il Papa non si ferma, guarda avanti a quando finalmente questa emergenza sanitaria sarà finita e invita tutti a prestare attenzione alla cultura dello scarto.
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In cosa consiste? Il riferimento appare subito molto chiaro: “Penso per esempio alla selettività prenatale. Oggi è molto difficile incontrare per strada persone con la sindrome di Down. Quando la si vede nelle ecografie, li rispediscono al mittente. Una cultura dell’eutanasia, legale o occulta, in cui all’anziano le medicine si danno fino a un certo punto”. “Penso all’enciclica di papa Paolo VI, la Humanae vitae. La grande problematica su cui all’epoca si concentravano i pastoralisti era la pillola. E non si resero conto della forza profetica di quell’enciclica, anticipatoria del neomalthusianismo che stava preparandosi in tutto il mondo. È un avvertimento di Paolo VI riguardo all’ondata di neomalthusianismo che oggi vediamo nella selezione delle persone secondo la possibilità di produrre, di essere utili: la cultura dello scarto“. “I senzatetto restano senzatetto – conclude Francesco -. Giorni fa ho visto una fotografia, di Las Vegas, in cui erano stati messi in quarantena in un parcheggio. E gli alberghi erano vuoti. Ma un senzatetto non può andare in un albergo. Qui la si
vede all’opera, la teoria dello scarto“.
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