Italia e Cina hanno firmato due protocolli di intesa che permetteranno di esportare carne e riso nel mercato cinese.
La Farnesina ha informato tramite un comunicato che oggi a Pechino il nostro paese ha firmato due protocolli di intesa con la Cina. Questi, consentiranno di poter esportare carne bovina e riso prodotto in Italia nel mercato cinese. La firma di questi due protocolli rappresenta dunque un passo fondamentale sia per superare barriere che in passato aveva di fatto impedito che i prodotti agro-alimentari italiani fossero esportati nella Repubblica Popolare Cinese, sia per consolidare ulteriormente i rapporti diplomatici tra i due governi.
Nella nota della Farnesina viene poi specificato che il Ministero degli Esteri, con la collaborazione dei Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole e le rispettive autorità cinesi “ha impresso la massima accelerazione per giungere in tempi rapidi alla firma di questi protocolli, che aiuteranno concretamente l’export italiano in questo momento di particolare difficoltà”. Nella comunicazione viene inoltre precisa che la firma di questi due protocolli d’intesa è una mossa che può essere perfettamente inserita nel contesto dell’aiuto reciproco tra i due paesi nel fronteggiare l’emergenza scatenata dal coronavirus. Nell’attuale contesto emergenziale infatti, è naturalmente prioritario l’approvvigionamento e lo scambio di materiale sanitario, così come degli accordi che permettano il rimpatrio delle persone residenti in entrambi paesi qualora ce ne fosse bisogno.
Ma considerati i danni economici che la pandemia di Covid-19 sta portando in tutto il mondo, questo accordo può garantire un sostegno importante per il tessuto produttivo ed imprenditoriale del nostro paese.
Circa dieci giorni fa’, la Cina aveva già dato un aiuto importante al nostro paese per quante riguardo il versante sanitario. È accaduto infatti che un farmaco anti artrite chiamato Tocilizumab, utilizzato da diversi ospedale del nostro paese per constatare il Covid-19 sia d’improvviso diventato introvabile.
Si tratta di un farmaco, che nonostante sia ancora in piena fase di sperimentazione, ha già fornito alcuni dati positivi nel curare il virus. Grazie a questo infatti si sono ottenuti dei risultati concreti, e alcune persone assumendolo, sono riuscite ad uscire dalla terapia intensiva e a tornare a respirare autonomamente.
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È chiaro dunque che nel momento in cui la disponibilità ha iniziato a scarseggiare, l’Italia si è trovata in difficoltà. A quel punto la Cina, nella giornata del 28 marzo, ha inviato al nostro paese 3 mila flaconi di questo farmaco. Successivamente il governo lo ha distribuito alle regioni, privilegiando naturalmente la Lombardia, che risulta ancora oggi la regione più colpita dall’epidemia.
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