L’Italia è dopo la Turchia e il Belgio il paese con le carceri più sovraffollate del continente. È quanto emerge dall’ultimo rapporto ‘Space’ che fotografa la situazione del sistema penitenziario negli Stati membri del Consiglio d’Europa al 31 gennaio del 2019.
Le carceri italiane stanno scoppiando, meno detenuti entrano ma non ci sono nemmeno uscite quindi la situazione resta drammatica. Ora è anche l’Europa a dirlo. L’Italia è seconda solo a Turchia e Belgio nel triste primato delle carceri più sovraffollate del continente. È quanto emerge dall’ultimo rapporto ‘Space’ che fotografa la situazione del sistema penitenziario negli Stati membri del Consiglio d’Europa.Lo studio evidenzia che in Italia per ogni 100 posti disponibili in carcere ci sono 119 detenuti, in Turchia sono 123 e in Belgio 121. Gli altri 7 paesi ad avere un problema di sovraffollamento “particolarmente serio”, molti più detenuti che posti disponibili, sono Francia (117), Ungheria (115), Romania (113), Malta e Grecia (107), Austria e Serbia (106). Nel commentare i risultati del rapporto ‘Space’ il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric, ha rimarcato che nel contesto della pandemia “le amministrazioni penitenziarie e tutte le autorità competenti devono cercare di utilizzare quanto più possibile le misure alternative al carcere, in particolare quando le prigioni sono sovraffollate, e prendere tutte le precauzioni per proteggere i detenuti e il personale”.
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Carceri in Italia sovraffollate, poche misure alternative
«Il sovraffollamento nelle carceri italiane non è una fake news», aveva scritto il Garante nazionale per le persone detenute Mauro Palma. E i numeri contenuti nella sua relazione annuale, illustrata alla Camera alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo confermano. Alla data del 26 marzo 2019, su 46.904 posti regolamentari disponibili nei 191 istituti di pena, erano presenti 60.512 detenuti, ossia 13.608 in più rispetto alla capienza regolamentare, con un sovraffollamento del 129 per cento. Un dato che conferma una linea di tendenza in crescita rispetto al passato: a fine dicembre 2017 i detenuti presenti erano 57.608, contro i 59.655 alla stessa data del 2018. Dunque una crescita, in un solo anno, di oltre 2.000 persone.
In carcere si entra meno, ma non si esce
A preoccupare il Garante non sono solo «le ovvie conseguenze che tale situazione determina negli Istituti, ma soprattutto le ragioni che ne sono alla base. Tale aumento, infatti, non è dovuto a un maggiore ingresso di persone in carcere (che, anzi, rispetto all’anno precedente sono diminuite di 887 unità), ma a un minor numero di dimissioni dal carcere: 1.160 in meno. In altre parole, in carcere si entra di meno ma si esce anche di meno». E questo perchè molto probabilmente perché si utilizzano di meno le misure alternative al carcere.