Per molto tempo il cinema del duo siciliano Ficarra e Picone ha avuto i medesimi pregi e i medesimi medesimi difetti del cinema comico italiano medio. Con un grande vantaggio: fare ridere. Ma da qualche anno i loro film sono diventati sempre più sofisticati e complessi.
Il cinema di Ficarra e Picone gode ancora dello stesso umorismo furioso e inarrestabile degli esordi. Questo perché i due comici siciliani sono stati abbastanza intelligenti da non concentrare esclusivamente su di loro tutte le battute e i momenti divertenti.
Il cinema di Ficarra e Picone
Nei film più riusciti della coppia l’umorismo viene spesso dai comprimari e dai caratteri (categoria nella quale la Sicilia ha una grandissima tradizione) che circondano i protagonisti, a cui non viene affidato l’esclusivo compito di far ridere. Quindi anche se i due comici sono sempre presi nelle solite dinamiche, sempre più o meno quelle in ogni film, che li mette costantemente in contrapposizione, uno più ingenuo e l’altro più furbo, attorno a loro si muove una varia umanità fatta di mafiosetti, preti e imprenditori che è il vero motore della comicità cinematografica del duo.
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Il coltello nella piaga
Nel novero dei comici televisivi che hanno fatto il salto al cinema, Ficarra e Picone costituiscano una piccola e circoscritta eccellenza. Il loro umorismo corrosivo si basa sul sovvertimento delle regole sociali comuni e agisce con una fermezza che manca agli altri, non sfociando mai nel didascalico o nella soluzione pacifica, ma invece terminando quasi sempre con una condanna che si perpetua ben al di là della fine del film.
I due infatti dimostrano del genuino fastidio per il prossimo e la società e sono capaci di espandere una singola gag per tutta la durata di un film senza per questo risultare (salvo qualche eccezione) ripetitivi. Spesso i loro film si fondano su su un’unica trovata che viene declinata in molte situazioni diverse di crescente paradosso nel corso del film. E questo vale anche per le singole scene, sempre esasperate fino alla mortificazione definitiva dei personaggi coinvolti. È in questo eccesso che i due trovano la loro forza: nel desiderio di non fermarsi, ma di girare continuamente il coltello nella piaga.
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Il Primo Natale
Con il loro ultimo film, però, i due comici mettono il freno al loro umorismo dissacrante, per realizzare un’opera più ampia e ariosa, precisa nell’ambientazione e raffinata nella realizzazione (anche grazie all’intervento di Daniele Ciprì come direttore della fotografia). Il primo Natale mira a dare una netta sterzata religiosa al cinema natalizio italiano. Da tempo infatti non si vedeva un film così continuamente cattolico, che utilizza lo schema della parabola per impartire una morale religiosa, utilizzando due figure popolari e il loro umorismo per celebrare la fede nella provvidenza.
Ficarra e Picone, inaspettatamente, hanno attinto alla mitologia più nota in Italia e hanno lavorato sulla parodia educata (e politica nel finale) per raccontare l’opposto dei film di Boldi e De Sica di una volta.