Johnson è ricoverato da ieri in terapia intensiva al St Thomas Hospital di Londra per l’aggravarsi delle sue condizioni ma non è attaccato al ventilatore.
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Boris Johnson “non è attaccato a un ventilatore polmonare“: lo ha confermato il ministro Michael Gove, che però ha ammesso che si trova in ogni caso in terapia intensiva al St Thomas Hospital di Londra per l’aggravarsi delle sue condizioni dopo essere stato colpito dal coronavirus. “Il primo ministro ha ricevuto un po’ di sostegno attraverso l’ossigeno ed è tenuto sotto stretto controllo“, ma “non è un ventilatore” quello a cui è collegato, ha detto Gove alla Radio Lbc, assicurando che se le sue condizioni dovessero peggiorare, il governo lo avrebbe dichiarato pubblicamente. Al premier è temporaneamente subentrato il ministro degli Esteri Dominic Raab, nominato proprio da Johnson, “laddove fosse necessario“.”Il Primo Ministro sta ricevendo cure eccellenti e ringrazia tutto lo staff dell’Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) per il suo lavoro e la sua dedizione“. Tantissimi i messaggi giunti da tutto il mondo per augurare una pronta guarigione. “I miei pensieri vanno a Boris Johnson e a tutto il popolo britannico. Il mio auspicio è per una veloce ripresa. Avete il mio sostegno e quello di tutto il Governo italiano. Noi siamo fiduciosi del fatto che la vostra Nazione supererà questo periodo difficile“, ha scritto il premier Giuseppe Conte in un tweet, dopo la notizia dell’aggravarsi delle condizioni del primo ministro britannico in seguito al contagio da Coronavirus.
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Intanto nel Regno Unito le vittime a causa del coronavirus sono oltre 4.900 e, solo nelle ultime 24 ore, si sono registrati 621 decessi. Il numero è in lieve calo rispetto ai 708 indicati ieri e ai 684 di sabato, secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità britannico. I contagi registrano tuttavia un picco record, balzando dai 41.903 di ieri a 47.806, vale a dire 5.903 in più. Intanto, l’epidemiologo Neil Ferguson, dell’Imperial College di Londra, intervistato dalla Bbc, ha fatto sapere: “Ci vorranno ancora tra i sette e i dieci giorni prima che l’epidemia raggiunga il suo picco nel Paese e che la curva dei casi cominci ad appiattirsi”. “Abbiamo visto dei segnali che l’epidemia sta rallentando in questo momento”, poiché per la prima volta i nuovi ricoveri giornalieri sono diminuiti. “Tempi difficili, siate forti”, ha detto la regina esortando i sudditi alla “autodisciplina” e alla “determinazione” per superare con uno spirito di “fratellanza” l’emergenza sanitaria.
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