Una scuola paritaria di Milano aveva rifiutato l’iscrizione di un bambino disabile, oggi arriva la condanna del tribunale di Milano: è discriminazione.
Il tribunale di Milano ha condannato per discriminazione una scuola paritaria di Milano: aveva rifiutato l’iscrizione di un bambino disabile. La scuola è gestita da una cooperativa sociale milanese, che organizza classi che vanno dalla scuola dell’infanzia alla primaria. La scuola a quanto pare avrebbe rifiutato l’iscrizione del bambino in questione alla classe prima elementare. E’ quanto riportato in una nota della Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità.
A quanto pare la vicenda risale al 2017. I genitori del bambino fanno le procedure per la pre-iscrizione “presso lo stesso istituto
della scuola materna proprio per garantirgli la possibilità di
continuare a crescere e a studiare con i propri compagni di
classe”. Ma il bambino è affetto disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, disturbo del linguaggio e livello cognitivo borderline. Ed ecco che arriva il rifiuto dell’iscrizione da parte dell’associazione. Infatti la scuola comunica alla famiglia l’impossibilità di inserire il bambino all’interno delle due nuove classi predisposte: posti al completo.
La scuola comunica infatti che quelle due nuove classi avevano già al loro interno due bambini disabili. E stando a quanto afferma la cooperativa ci sarebbe “l’impossibilità di accogliere più di un alunno disabile per ciascuna sezione di prima elementare”. Questo perché: “La compresenza in classe di più bambini disabili avrebbe messo a rischio la garanzia di un percorso formativo efficace per tutti gli alunni”.
Oggi arriva la sentenza del giudice di Milano in merito alle vicende del 2017. Ed è proprio sul sito dell’associazione che vengono riportate le parole del giudice: “Il rifiuto di iscrizione risulta direttamente connesso alla condizione di disabilità del minore e dunque apparentemente contrario all’obbligo di parità di trattamento degli alunni disabili e normodotati“. La decisione della scuola sarebbe dunque discriminatoria. Soprattutto perché, come sottolinea il giudice, nelle scuole statali e paritarie non c’è un numero massimo di bambini disabili per sezione. “L’obbligo di accoglienza di studenti con disabilità nelle scuole statali (e, conseguentemente, in quelle paritarie) non è soggetto ad alcuni limite numerico rigidamente prestabilito“.
E a suggellare le parole del giudice, anche quelle di Gaetano De Luca, il legale della famiglia, che ribadisce: “Questa pronuncia chiarisce come l’obbligo di accoglienza ed inclusione scolastica degli studenti con disabilità non è soggetto ad alcun limite numerico rigidamente stabilito”. E questo vale per ogni tipo di scuola, statale e privata. “Ciò vale anche nelle scuole private paritarie che sono quindi tenute a garantire la corretta applicazione della normativa sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”. Ma oltre alla contesa sul numero massimo di disabili da inserire in ogni classe, alla base di tutta la vicenda ci sarebbe un atto discriminatorio su cui l’avvocato insiste. “Inoltre il giudice milanese ha configurato la condotta della scuola come una vera e propria discriminazione diretta in quanto il rifiuto di iscrizione è risultato direttamente connesso alla condizione di disabilità del minore”.
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