Lo studente è in carcere da 59 giorni, incriminato per propaganda sovversiva sulla base di alcuni vecchi post pubblicati su un profilo Facebook che Zaki dice non essere il suo. Un altro rinvio.
Una storia che sembra non avere mai fine. Un ragazzo che studia a Bologna, ‘prigioniero’ dell’Egitto in attesa di conoscere il suo destino. Una storia paradossale. Ancora un rinvio di una settimana a causa del coronavirus per l’udienza in cui oggi doveva essere deciso se prolungare o meno di altri 15 giorni la custodia cautelare di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere da due mesi in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva. Al momento il giovane si trova al Cairo. Lo ha riferito una sua legale, Hoda Nasrallah. “Rinvio di una settimana”.
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E con quello di oggi sono quattro. Quattro rinvii delle udienze in cui si sarebbe dovuto decidere della scarcerazione di Patrick George Zaki. Il 28enne egiziano, studente del master in Studi di genere e delle donne all’università di Bologna, si trova in custodia cautelare in Egitto da ormai 59 giorni con accuse di propaganda sovversiva. Stando a quanto trapelato, gli avvocati dello studente hanno chiesto che il loro assistito possa continuare i suoi studi in carcere. La Procura avrebbe acconsentito e dunque pare che Zaki possa ricevere dei libri in cella in attesa della prossima udienza in cui i giudici potrebbero decidere della scarcerazione o di una eventuale proroga della custodia cautelare. Zaki è in carcere dall’8 febbraio scorso e risulta incriminato per propaganda sovversiva sulla base di alcuni vecchi post pubblicati su un profilo Facebook e risalenti a prima di settembre 2019. Profilo che Zaki ha detto più volte non essere il suo.