Monsignor Francesco Beschi chiede un atto di generosità alla sua diocesi. I sacerdoti rinuncino a tre mensilità di stipendio per creare un fondo di solidarietà dedicato alle famiglie in difficoltà.
In una Bergamo che piange i suoi morti e un numero impressionante di famiglie spezzate se non addirittura cancellate, in una Bergamo che vede sfilare camion militari pieni di bare, c’è tutto da ricostruire, a partire dagli affetti. Ma c’è anche da rimettere in piedi l’economia, aiutando famiglie e imprese. E il Vescovo della città lombarda, lancia un appello alla sua diocesi, e lo fa nella domenica delle palme: “La Diocesi – ha scritto il Vescovo, Monsignor Francesco Beschi – sta lavorando al progetto di un fondo di solidarietà che testimoni la prossimità della Chiesa in tutte le sue articolazioni, particolarmente nei confronti della famiglia, del mondo del lavoro, delle nostre istituzioni educative e assistenziali e dei poveri. Propongo di rinunciare a tre nostre mensilità: è un sacrificio forte. Mi sembra importante che come abbiamo rappresentato la nostra vicinanza a tutti in queste settimane, lo facciamo con un gesto significativo, perché molto esigente, anche per il prossimo futuro”.
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Sono 96 ad oggi i sacerdoti italiani morti per coronavirus (uno a New York). Beschi ha anche annunciato l’intenzione di tenere una celebrazione per ricordare tutti i defunti. “A tempo debito, condizionato dalle disposizioni del Governo – si legge nella sua lettera – vorrei celebrare, possibilmente al Cimitero monumentale della città, un’Eucaristia per tutti i defunti; mi sembra opportuno che questo avvenga anche in ogni parrocchia: ogni famiglia si accorderà quindi con i propri sacerdoti per la messa esequiale dei propri cari”.