Nicola Zingaretti ospite da Fazio a Che tempo che fa ha raccontato i suoi 22 giorni di isolamento dopo aver contratto il Covid-19.
“Io sono stato in isolamento per 22 giorni, per 5-6 giorni non mi vergogno a dire che ho pensato che possa succedere di tutto. Per fortuna non ho mai avuto bisogno dell’ossigeno artificiale, quindi non ho vissuto la fase più drammatica, però sì, hai paura in quel momento, ma è il momento in cui bisogna combattere. Per questo bisogna ricordare che occorre continuare a rispettare le regole“: inizia così l’intervista a cuore aperto di Nicola Zingaretti ospite da Fazio a Che tempo che fa, racconta il suo percorso di malattia e di guarigione.
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“Noi dovremo immaginare un nuovo modo di vita e non dobbiamo immaginarlo come un ritorno a un punto di partenza, ma come un percorso diverso. Con il distanziamento sociale dovremo convivere. Dovremo fare un patto tra noi italiani ed europei per non lasciare nessuno solo. Dovremo interloquire con la paura di un commerciante, un artigiano, un proprietario di un bar, che ha dovuto necessariamente chiudere per l’emergenza. In quelle famiglie non c’è solo la paura del virus, ma anche del futuro più immediato. Noi siamo stati la prima democrazia occidentale ad affrontare questa emergenza e abbiamo visto il nostro popolo comportarsi come non mai nella storia del dopoguerra“.
Secondo Zingaretti, c’è bisogno subito di intervenire politicamente attraverso un nuovo decreto: “La priorità assoluta adesso è il decreto per le imprese e i mi auguro che ci siano norme che immediatamente introducano liquidità. Nel nostro piccolo nella Regione Lazio lo abbiamo fatto. Ora si è annunciato un decreto sul credito e uno sulla ripresa, io penso che il prossimo decreto, dopo Pasqua, dovrà essere sull’Italia semplice. E questo andrà affatto in concordia anche con chi ora non fa parte della maggioranza di governo. A me non interessa da dove viene un’idea, ma solo giudicarla se è positiva o negativa. La semplicità burocratica è una priorità per l’Italia della ricostruzione“. La salute è un diritto costituzionale e in quanto tale: “Partirei dal concetto che bisogna garantire in tutta Italia i diritti costituzionali relativi alla salute. La grande questione è il coraggio di dire che dobbiamo investire sul pubblico. Abbiamo vissuto un rapporto con la gestione pubblica schizofrenico“.
Infine ha trattato il delicatissimo tema del lavoro e della cassa integrazione: “Il tema è la centralità del lavoro ed è un concetto molto netto. Quando sarà la fase della riapertura sarà prevedibile che tante persone non avranno più il lavoro, le PMI rischieranno di lasciare sole le persone. È importante dire subito che tutti avranno un contributo da parte dello Stato. Dopo l’aspetto sanitario questa è la priorità assoluta per dare alle persone la serenità di vivere tranquillamente“, “Dovremo sostenere le grandi aziende con la cassaintegrazione, ma ci saranno anche tantissime PMI da aiutare. Non deve essere scaricato su chi non avrà la forza da solo di farcela, ci saranno incentivi e sostegni affinché fino a quando la ripartenza non sarà effettiva le persone non crollino nella disperazione“.
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