Secondo gli scienziati almeno 7 malattie infettive su 10 sono state diffuse dal contatto con gli animali, e nei nuovi coronavirus il rapporto diventa drammaticamente di 3 su 4. “Una bomba a orologeria”.
La maggioranza delle malattie infettive nasce dal contatto con gli animali, morti. E i nuovi virus killer come il Covid-19 partono quasi sempre dove ci siano ambienti con animali uccisi. Sì, perchè si parla di wet market, mercati umidi, dove scorre il sangue, dove l’igiene è un optional. Vere e proprie bombe ad orologeria pronte ad esplodere. E ora gli scienzaiti, e non solo loro, chiedono decisioni importanti, per salvare l’intera umanità. Gli esperti stimano che “più di 6 su 10 malattie infettive conosciute dagli esseri umani sono state diffuse dal contatto con gli animali, e 3 su 4 delle nuove o emergenti malattie infettive provengono dagli animali”. A dirlo è il Centers for Disease Control and Prevention: i wet market sono una costante fonte di pericolo così come dimostra l’attuale pandemia di coronavirus che sta contagiando e uccidendo persone in quasi tutte le parti del mondo.
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Il nome wet market deriva in parte dal sangue, dalle viscere, dalle squame e dall’acqua che bagnano i pavimenti delle bancarelle. Un vero inferno per gli animali che vivono le loro ultime ore di vita nel terrore, il tutto per soddisfare i clienti che desiderano carne appena macellata. Gli investigatori di Animal Equality hanno realizzato filmati inediti nei wet market di Cina, Vietnam e India e le immagini sono difficili da guardare: cani, gatti, capre, galline, cervi, procioni, coccodrilli e rane vengono tenuti in condizioni allucinanti, ammassati uno sull’altro nella totale sporcizia. Tutti questi mercati rappresentano anche una minaccia per la salute pubblica e in passato sono nate diverse epidemie, inclusa la SARS. I ricercatori ritengono che anche il COVID-19 abbia probabilmente avuto origine in un wet market di Wuhan, in Cina, mercato noto per il commercio di animali selvatici.
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I mercati di animali, un’autostrada per i virus
“Se prendi gli animali selvatici e li metti in un mercato con animali domestici o altri animali, dove c’è la possibilità per un virus di fare il salto di specie, stai creando … una super autostrada per i virus per passare dall’animale selvatico all’uomo. Non possiamo più farlo. Non possiamo più tollerarlo. Voglio che i wet market siano chiusi per sempre”- Lo ga detto il Dr. Ian Lipkin, Esperto di Malattie Infettive. Il professor Andrew Cunningham, della Zoological Society of London, aggiunge: “Questi animali sono stati trasportati per grandi distanze e sono stati ammassati in gabbie. Sono stressati e immunodepressi ed espellono qualsiasi agente patogeno presente in loro. Con la presenza di un gran numero di persone al mercato che stanno a stretto contatto con i fluidi corporei di questi animali, si ha una combinazione ideale per l’insorgenza della malattia”. L’organizzazione internazionale per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare Animal Equality ha lanciato una campagna mondiale e una petizione che invita le Nazioni Unite a chiudere immediatamente i wet market di tutto il mondo: “I wet market non hanno posto nella nostra società e dovrebbero essere immediatamente chiusi – ha dichiarato Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality in Italia – . Non solo questi mercati sono estremamente crudeli per gli animali, ma la ricerca scientifica ha dimostrato il loro legame con le epidemie di malattie di origine animale, dimostrando che sono anche una minaccia immediata per la salute e la sicurezza pubblica”.