Coronavirus | Avigan: il Giappone ci crede e triplica le richieste

Si torna a parlare di Avigan, il farmaco che tanto ha fatto discutere in Italia. Il governo giapponese crede nei suoi benefici e vuole incrementarne la produzione. Creato per l’influenza, da alcuni studi scientifici sembra funzionare nelle primissime fasi di affezione al Covid-19. Il governo nipponico ha deciso di produrre l’antinfluenzale in maniera massiva.

Si torna a parlare di Avigan. Un argomento che in Italia ha già suscitato polemiche. Qualcuno ha cercato – e trovato – fama mediatica attraverso un video postato su facebook e poi diventato virale. Ne sono seguite discussioni che avevano fatto intervenire persino l’Aifa (leggi qui chi è dopo le dichiarazioni rese da Cristiano Aresu ( leggi chi è qui ) che si trovava in Giappone per lavoro. Il governo nipponico intende incrementare il livello degli inventari del farmaco antivirale Avigan di almeno tre volte il valore delle attuali scorte. Il Giappone crede fermamente nel farmaco. Il raggiungimento delle nuoive scorte consentirà il trattamento della cura di 2 milioni di persone entro il prossimo marzo.

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Avigan e la sua efficacia

Il farmaco è sviluppato dalla Fujifilm Holdings Corp. Nel 2014 è stato testato in Giappone per curare l’influenza ma si è dimostrato efficace anche nella cura della polmonite del Covid-19. L’Avigan non è mai stato in commercio in Giappone a causa di alcuni effetti collaterali, tra i quali possibili anomalie fetali per le donne in stato di attesa, e le scorte sono controllate dal governo. Se la sperimentazione clinica iniziata lo scorso martedì dovesse rivelarsi idonea le autorità sanitarie potrebbero approvare l’Avigan come trattamento specifico per il coronavirus già da questa estate. Avigan, spiegano i media nipponici, utilizza differenti dosaggi in base al trattamento per cui è prescritto, e attualmente le scorte sono sufficienti a trattare 700mila pazienti affetti di coronavirus, e fino a 2 milioni come farmaco anti-influenzale.

Avigan e il parere di un esperto giapponese

Gli esperti si dividono sull’efficacia dell’Avigan, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva annunciato l’avvio di uno studio clinico in Lombardia. Chi produce il farmaco è la Fujifilm, il gruppo di fotografia che, per sopravvivere alla rivoluzione digitale, si è cimentato anche nel campo della salute. “Avigan è stato approvato nel 2014 in Giappone per curare l’influenza, ma non è ancora stato approvato per trattare il Covid-19. E’ un farmaco che non può essere venduto direttamente al pubblico, perciò non è distribuito nelle farmacie, ma è controllato direttamente dal governo, che deve autorizzarne l’uso” – ha spiegato al Corriere, Junji Okada, general manager della divisione farmaceutica di Fujifilm. “Alcune società stanno sviluppando un vaccino, ma ci vogliono almeno 12-18 mesi di tempo. Nel frattempo, può essere utile un farmaco come Avigan o altri principi terapeutici. Avigan non era mai stato impiegato fino a poco tempo fa. Ma quando è scoppiato il Covid-19, il governo di Tokyo ha deciso di utilizzarlo, anche se in modo limitato e sotto il suo controllo. Soltanto il ministero della Sanità può decidere a quali ospedali distribuire Avigan per la sperimentazione. Attualmente sono in corso due ricerche cliniche in Giappone su Avigan. Ma sono ben 6 i farmaci oggetto di studio come possibili trattamenti anti Covid-19″.

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Junji Okada

I primi risultati con l’Avigan

«I risultati non sono ancora stati resi noti. Fujifilm non è coinvolta in questi studi. Ma il governo ha accolto la nostra richiesta di avviare direttamente una sperimentazione clinica di fase III per valutare la sicurezza e l’efficacia di Avigan in Giappone per i pazienti colpiti dal Covid-19″ – ha aggiunto Junji Okada. “Il protocollo clinico prevede uno studio su 100 pazienti: 65 trattati con Avigan e 35 con un placebo. Ipotizzando un trattamento dura 14 giorni, se le cose vanno bene, potremmo inviare i dati al governo nel giro di un mese, o poco più, per chiedere l’approvazione della nuova indicazione. La nostra speranza? Che l’emergenza acceleri i tempi, così che il farmaco possa essere usato per curare il Covid-19 entro la fine dell’anno”.

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