Andrea Iannone apre il suo cuore a un ricordo vivo nella sua mente, un dolore che ancora oggi lo accompagna nel quotidiano. Ecco di cosa si tratta.
Andrea Iannone sta vivendo un periodo davvero particolare della sua vita, ma un ricordo ancora vivo dentro lui, un ricordo ancora dentro la memoria del motociclista che porta con sé anche molto dolore.
Dal momento in cui Andrea Iannone è tonato a essere single il motociclista ha preferito rifugiarsi in qualcosa di personale, adesso che arriverà anche un anniversario importante e che in un certo qual modo ha cambiato definitivamente la vita dello sportivo.
Da qualche settimana a questa parte la vita di Andrea Iannone è stata completamente stravolta dall’addio che il motociclista ha fatto a Giulia De Lellis, dato che l’influencer è tornata inaspettatamente tra le braccia del suo ex Andrea Damante dato che l’amore tra i due sarebbe più forte di ogni cosa.
Nel frattempo, il motociclista ha preferito ovviare il gossip rifugiandosi nella sua casa in Svizzera, immerso nella sua passione per i motori.
Oggi però ecco che l’attenzione mediatica torna a concentrarsi su Andrea Iannone per via di un ricordo che sarebbe ancora vivo per lo sportivo. Ecco di cosa si tratta.
Nel terrore di quello che sta succedendo per via del Coronavirus è necessario ricordare che oggi è anche il nuovo anniversario del terremoto dell’Aquila che si è verificato il 6 aprile del 2009.
A raccontare il suo dolore è stato anche Andrea Iannone, nato in Abruzzo nella città di Vasto. Il motociclista su Instagram Stories ha scritto: “Da 11 anni il ricordo è vivo. Nella mente c’è spazio per l’angoscia, la paura e la disperazione di quella notte. Non solo per i 1600 feriti o per le 309 anime che quella stessa notte si è portata via… ma anche per la lotta per la ricostruzione della normalità con il timore quotidiano che quei momenti possano tornare“.
Iannone successivamente conclude dicendo: “Oggi stiamo vivendo uno dei momenti più difficili che il mondo di sia stretto a combattere, ma se in questa terra la lotta odierna risulta più facile da sopportare è perché sappiamo bene quanto sia più facile difendersi stando in casa rispetto al ritrovarsi senza tetto e senza risposte alla domanda “E ora?”. Dopo 11 anni sono stati fatti tanti passi in avanti, ma il vero traguardo è vedere quel faro in piazza duomo nella mezzanotte tra il 05/04 e il 06/04 e invece di ricordarsi della paura, ricordarsi del coraggio e della forza che i cittadini di questa terra hanno avuto e tutt’ora hanno unito per sempre“.
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