Il minore numero di auto in circolazione a Palermo ha considerevolmente ridotto il numero di sanzioni mandando in crisi il bilancio del Comune che ora non sa come coprire i costi.
Il caso di Palermo
Come per molte altre città, Palermo non è l’unica e nemmeno la più importante, le sanzioni amministrative provenienti dal traffico rappresentano un’entrata sicura nelle casse del municipio. Soldi che consentono di coprire costi fissi e fondamentali per la gestione della città: come ad esempio quelli per la pulizia delle strade e la rimozione della spazzatura.
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Gli effetti del coronavirus nelle città
Ma il coronavirus, oltre a paralizzare la stragrande maggioranza degli italiani nella propria abitazione, ha anche considerevolmente ridotto il traffico in tutti i centri urbani punti due le conseguenze. Da una parte un inquinamento che si è abbattuto ai minimi storici, e questo può essere un bene, dall’altra un afflusso di denaro decisamente inferiore proveniente da parcheggi, multe, area con traffico limitato. Il che significa meno soldi per coprire le spese. Un motivo di grande preoccupazione per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
I conti non tornano
Il ragioniere generale di Palazzo Delle Aquile, Paolo Bohuslav Basile, si è affrettato a comunicare che “tutti i provvedimenti di impegno delle spese finanziati con i proventi rivenienti dalle sanzioni al Codice della strada non potranno essere corredati del visto di copertura finanziaria”. Molto semplice. Mancano i soldi: e nemmeno pochi. Si pensava di incassare almeno 54 milioni di euro ma quello che entrerà nelle casse del municipio sarà molto meno. Il comandante dei vigili urbani dovrebbe fornire entro il 20 aprile un’ipotesi di quello che verrà a mancare e al Comune toccherà trovare un modo per recuperare altre risorse e garantire servizi di primaria necessità per la città.
Il problema senza tetto
Questo per Palermo non è l’unico problema: la questione coronavirus ha portato ulteriormente allo scoperto problemi gravi con i quali la città conviveva da molto tempo. I senza tetto, un esercito di nuovi poveri che si aggirano di notte tra i cassonetti e le poche associazioni attivissime nel settore del volontariato adesso sono anche un’emergenza sanitaria. Se come si teme molti dei clochard cittadini sono davvero COVID positivi, come si può fare fronte? Leoluca Orlando definisce la questione del tampone al popolo dei senza tetto come un falso problema: “È evidente che il maggior numero di controlli possibili è uno strumento fondamentale per la prevenzione della diffusione del Covid-19 – dice il sindaco di Palermo – ma credo che siano altre le priorità e altre le categorie di cittadini che dovrebbero beneficiare della possibilità di fare i tamponi per accertare l’eventuale contatto con il virus”. Orlando ha così risposto alla proposta avanzata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi deò tampone obbligatorio per i clochard.
Servizi per tutti
Orlando pensa a un servizio sanitario per tutti, anche per i clochard, ma su tutto il territorio. “Penso – prosegue Orlando – che sia necessario garantire prima di tutto il personale medico-sanitario. E penso poi a tutti gli uomini e le donne che per lavoro sono oggi esposte al frequente contatto con la popolazione: le forze dell’ordine, gli addetti ai servizi essenziali, i commercianti e i lavoratori dei negozi di generi alimentari, i farmacisti. Un controllo tramite tampone per tutti questi lavoratori sarebbe uno strumento di prevenzione e tutela della salute loro e di tutta la collettività”.
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Servizi potenziati
“Quanto ai clochard – conclude Orlando – a Palermo abbiamo rafforzato il sistema dell’accoglienza. Abbiamo potenziato i dormitori esistenti e attivato, con l’ausilio della Regione, un ulteriore spazio. In tutti questi luoghi, chiunque accede per la prima volta fruisce di un triage sanitario, che ne accerti le condizioni di salute.”