Andrea Gambotto, ricercatore italiano della University of Pittsburgh School of Medicine, ha svelato la notizia. Si è conclusa la sperimentazione sugli animali del vaccino.
Il vaccino contro il nuovo Coronavirus potrebbe essere pronto per la sperimentazione sugli esseri umani. A renderlo noto è stato Andrea Gambotto. Si tratta di uno dei componenti del team allestito dalla University of Pittsburgh School of Medicine per effettuare tutti gli esperimenti. Ad affiancare Gambotto, nel lavoro sul vaccino contro il Sars-Cov2, è un altro collega, ovvero Louis Falo. Il ricercatore di origini baresi è stato intervistato da Agi e ha svelato nei dettagli in cosa consiste questo rimedio che potrebbe anche salvare delle vite.
Gambotto, durante l’intervista, ha anche ammesso che la FDA dovrà dare il via libera per la sperimentazione. E nella prima spiegazione delle funzioni del vaccino, svela come agisce sul corpo umano. “Noi siamo pronti, il vaccino è pronto per essere sperimentato sull’uomo ora i tempi dipendono dalla Food and Drug Administration. Si tratta di un vaccino molto particolare, che agisce su una delle proteine che si trovano sulla superficie del virus, la proteina Spike che agisce come una sorta di chiave per penetrare nelle cellule dell’ospite”.
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Dunque, il vaccino sviluppato dai ricercatori dell’università di Pittsburgh stimola la reazione dei sistema immunitario contro il virus. In questo modo, il recettore non riuscirà a entrare nella cellula per sprigionare le sue proprietà e dare vita all’infezione. “Si tratta di un cerotto – prosegue Gambotto – dotato di aghi molto sottili che va applicato sulla pelle e che rilascia lentamente il vaccino nell’organismo. E’ un sistema molto semplice di somministrazione che puo’ essere fatto anche senza l’ausilio di un medico o di un infermiere”.
Gambotto ha anche fatto sapere che questo vaccino ha innescato una reazione “molto interessante” da parte degli anticorpi. Ma cosa si attende che faccia la Food and Drug Administration? “Vorranno valutare non solo il vaccino, ma anche la modalità di somministrazione proprosta – spiega ancora il ricercatore – . Ci sono ancora molti dettagli da definire tra questi anche il livello di purificazione del prodotto che dovremo usare per fare i test sull’uomo. Appena saranno chiariti questi aspetti, siamo pronti a iniziare. Credo che al massimo ci vorranno non più di un paio di mesi”.
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