Il ministro degli esteri fa riferimento agli oltre 13mila morti che sono stati registrati a oggi in Europa e chiede che l’Unione Europea risponda: anche dei propri limiti e dei propri errori.
Se fino a qualche giorno fa la discussione con l’Unione Europea era soprattutto legata alla questione economica, e cioè come porre rimedio al problema della grave crisi finanziaria che inevitabilmente si è abbattuta sull’Europa dopo la pandemia, ora è anche il momento di parlare di quanto è accaduto e di come forse si sarebbe potuto evitarlo. Troppe disparità, troppi paesi abbandonati a se stessi senza mezzi mentre altri che, in qualche modo, i mezzi che avevano hanno cercato esclusivamente di tenerli per sé punto ne ha parlato oggi nel corso di un’intervista al quotidiano tedesco Der Spiegel il ministro degli Esteri Di Maio.
Luigi Di Maio ha chiesto ancora una volta una presa d’atto da parte dell’Unione Europea: “È sempre più evidente che le risposte sono arrivate dagli individui, i tanti volontari che si sono impegnati nel nostro paese, e non solo nelle corsie degli ospedali, ma anche da quei paesi che hanno deciso di sostenere i più deboli. In questa occasione devo davvero ringraziare la Germania perché è stato il primo paese che ha accolto i nostri pazienti facendo in modo che avessero un trattamento di livello eccellente quando in Italia, purtroppo, non avevamo più nemmeno un posto letto a disposizione nei reparti di rianimazione. A queste pandemie si risponde come si può ma questa è indubbiamente una lezione pesante per tutta l’Europa. In questo momento non possiamo fare delle colpe a nessuno se l’Italia piange 13.000 morti, ma questa è la cifra con la quale dobbiamo confrontarci e questo è un dolore comune al quale tutti dobbiamo dare una risposta. La situazione è pesante anche in Francia, Germania Spagna anche se in questo momento chi sta pagando il dolore più grande è il nostro”.
Di Maio è tornato anche a parlare degli strumenti con i quali bisognerà fare i conti nel momento della ripresa. Se la Germania, l’Olanda e in genere i paesi del nord vogliono puntare sul MES, l’Italia, con il sostegno della Francia e della Spagna, chiede che il rifinanziamento dopo la pandemia arrivi da un indebitamento collettivo di tutta l’Unione Europea attraverso i cosiddetti coronabond: “L’Italia ha sempre dimostrato di onorare i suoi debiti – ha sottolineato il titolare della Farnesina – inoltre, l’anno scorso abbiamo addirittura ridotto il nostro deficit all’1,9% del prodotto interno lordo, anche se in precedenza avevamo concordato un margine superiore al 2% con la Commissione Ue”.
Di Maio è molto duro nel dire che un Unione Uuropea disunita su un fronte del genere come quello della sopravvivenza dei mercati di tutti i 27 paesi della comunità, è un’Unione che non esiste. “I mercati finanziari vedono un’Europa forte, quando parla con una sola voce in questi giorni dobbiamo trovare innanzitutto e velocemente le giuste misure e gli strumenti per il presente”, poi “penseremo al futuro. Dobbiamo fare in modo che gli Stati membri possano spendere quanto necessario per aiutare i propri popoli”.
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