Oltre 500mila mascherine come prevenzione dal Coronavirus erano state vendute da un imprenditore di Torino. Questo diceva che i pezzi sarebbero arrivati. Ma non arrivavano mai.
Le ultime settimane, in cui il Coronavirus è diventato ormai di dominio pubblico e di diffusione mondiale, ha innalzato i livelli di attenzione e di cautela. La gente, grazie anche alle campagne di informazione delle TV e del Governo, stanno molto più attente per evitare il contagio. Ma questa situazione sta portando alla luce anche una serie di episodi che tirano fuori lo sciacallaggio e la capacità di alcuni soggetti di approfittare di situazioni così critiche. E il caso che stiamo per raccontare arriva direttamente da Torino.
Qui un imprenditore che opera a Vercelli è stato beccato dagli agenti della Guardia di Finanza. L’operazione che aveva allestito era una truffa in piena regola, approfittando della richiesta sempre crescente, da parte dei cittadini, delle mascherine protettive. E così l’uomo aveva iniziato a vendere materiale protettivo contro il Coronavirus, facendo anche una discreta cresta sui prezzi, cavalcando l’onda della disperazione e della richiesta continua e costante delle persone che lo contattavano per acquistare i pezzi.
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L’imprenditore non si limitava solo alla vendita delle mascherine contro il Coronavirus. Nel suo listino prezzi comparivano anche mascherine chirurgiche, termometri e prodotti igienizzanti. Su tutti i prodotti che dichiarava di vendere, rassicurava circa la consegna dieci giorni dopo l’avvenuto pagamento. Tuttavia, nonostante fosse riuscito a vendere oltre 500mila pezzi – tutti provenienti dalla Malesia – nessuno era mai riuscito ad avere nulla in mano. E quando i clienti si lamentavano per la mancata consegna, l’imprenditore faceva leva su presunti ritardi da parte dei produttori malesi.
Ovviamente queste mascherine e gli altri prodotti contro il Coronavirus non sarebbero mai arrivati. Una vera truffa in piena regola, che però la Guardia di Finanza è riuscita a smascherare. Una truffa da oltre un milione di euro messa in atto da un commerciante nel settore del bestiame, al quale è stato sequestrato, oltre al denaro, anche il sito internet in cui effettuava le transazioni. Inoltre sono stati trovati diversi file di contabilità, per risalire alle persone truffate. Tra queste – oltre 250 – spiccano farmacisti, medici, infermieri, associazioni di volontariato e alcuni Enti locali.