La violenta minaccia arrivata dal presidente delle Filippine è arrivata dopo l’arresto di 21 persone, scese in strada a Quezon City per chiedere aiuto al governo per la grave crisi economica provocata dall’epidemia.
Piuttosto che creare problemi, vi mandero’ nella tomba”, l’annuncio choc. Il popolo filippino, stremato dall’emergenza coronavirus, scende in piazza a protestare: chiede cibo e lavoro. Ma il presidente Rodrigo Duterte risponde con la violenza: ha ordinato alla polizia di sparare ai cittadini che violano le regole della quarantena imposta per contenere la diffusione del Covid-19. La durissima minaccia arrivata dal presidente, riporta il Guardian, segue l’arresto di 21 persone, scese in strada a Quezon City, sull’isola di Luzon, per chiedere aiuto al governo alla crisi provocata dall’epidemia. La polizia ha detto che la protesta non era autorizzata, ma secondo il sito Rapper non e’ chiaro se tutti i partecipanti stessero manifestando o se qualcuno semplicemente fosse in cerca di cibo.
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E’ preoccupante la situazione nelle Filippine. A perderci sono soprattutto le fasce più povere che non sanno come potranno sopravvivere al mese di lockdown imposto sull’isola di Luzon, dove si trova anche la capitale Manila. La maggior parte dei 48 milioni di persone che la popolano dipendono da lavori giornalieri, interrotti bruscamente in seguito alla chiusura decisa dalle autorità. Duterte ha invitato i cittadini ad aspettare l’assistenza del governo, spiegando che “anche se in ritardo, arriverà e nessuno morirà di fame”. Duterte ha avvertito che il rispetto delle misure di quarantena sarà severamente controllato: “I miei ordini alla polizia e ai militari è di sparare. Piuttosto che creare problemi, vi mandero’ nella tomba”, ha ammonito Duterte in un discorso trasmesso in tv.