Coronavirus, video choc da Brescia: le vittime quadruplicate

Un video che fa rabbrividire, ed è – purtroppo – l’esempio più chiaro di quello che sta avvenendo. Siamo a Brescia, in ospedale, in mezzo a decine di vittime del coronavirus.

Certe immagini parlano più di milioni di parole. Un video drammatico dall’ospedale di Brescia mostra decine di morti, ovviamente già composti all’interno dei sacchi contenitivi neri. L’immagine di una tragedia, di un incubo che dovrebbe spingere tutti a riflettere, e a comprendere la necessità di restare a casa e rispettare le norme imposte dal governo. Una città che davvero sta conoscendo l’inferno, ed in cui medici ed infermieri sono veramente in prima linea. Come a Bergamo, come negli altri ospedali della Lombardia, la “zona rossa” d’Italia. A Brescia ed in parte della provincia i morti sono il quadruplo rispetto al marzo dell’anno scorso. E sono molti di più di quelli dichiarati dai numeri ufficiali. Le anagrafi dei comuni dell’hinterland bresciano raccontano le dimensioni reali della strage. E’ come un iceberg: noi vediamo la testa, ma sotto il pelo dell’acqua c’è una montagna. Il Giornale di Brescia ha raccolto il numero dei morti di questo orribile marzo 2020: 1331, il quadruplo dello scorso anno. Ufficialmente non sono tutti ufficialmente collegati all’epidemia di Covid 19, ma ormai è chiaro che esiste una quantità di numeri “sommersi” che sono vittime del coronavirus, ma che non sono state prese in considerazione come tali. Nonostante le parole del presidente della regione Lombardia Fontana, la sanità non è riuscita ad intercettare lo tsunami che è arrivato. Lo dimostrano i numeri di Brescia, lo dimostrano anche queste immagini.

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Una città che è ancora in emergenza, come raccontano, ad esempio, gli occhi di tutto il personale dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia dove da tempo si sta conducendo la battaglia contro il Coronavirus. Una struttura che è abituata alle sfide difficili: qui nel gennaio del 2001, biologi e veterinari isolarono il morbo della mucca pazza. Ma questa volta la battaglia è ancora più dura e complessa.  L’Istituto si è attivato sin da subito dall’inizio della crisi Covid-19. “Facevamo 300 tamponi i primi giorni, quando
eravamo in fase di rodaggio – racconta da dietro la mascherina
la responsabile del laboratorio d’analisi, la biologa Beatrice Boniotti – poi sono diventati 500, 800 e ora siamo in grado di
farne 1200 al giorno. “I risultati sono il 25 per cento di
positivi – spiegano allo Zooprofilattico – il 5 per cento a bassa carica”. “I tempi per le risposte – aggiungono – sono 24 ore, i campioni che arrivano il pomeriggio li refertiamo il giorno dopo”. Per ottenere questo risultato, il personale entra in Istituto alle 8 per uscirne alle 21 con una pausa pranzo di non più di mezz’ora. “Nel laboratorio di biocontenimento abbiamo invece turni al limite di cinque ore, di più non si regge – racconta una delle ricercatrici, Betarice Boniotti -. Cinque ore durante le quali il personale non può andare in bagno, non può mangiare”.

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I problemi, però, non sono questi, per quanto i turni siano
massacranti. “Il problema principale sono i reagenti, mancano i
reagenti, questa è la battaglia di ogni giorno – spiega la
biologa -. A ora abbiamo un’autonomia di 3000 tamponi, se non
arrivano i reagenti tra pochi giorni avremo finito la nostra scorta”.  Una situazione di perenne emergenza, che rende impossibile immaginare di fare gli accertamenti sugli anticorpi, richiesti recentemente dal sindaco di Milano, per consentire alle persone di andare a lavorare: “In questo momento è impossibile”, spiega la dottoressa. Una emergenza che ovviamente riguarda anche e sopratutto gli ospedali ed il personale: medici, infermieri ed operatori stremati. Servono i rinforzi: sono arrivati da Cuba, dalla Cina, ora arrivano anche da tutte le regioni d’Italia. Una ventina di medici infatti entreranno in servizio, come rinforzo, in vari ospedali della
Lombardia. Sono arrivati con un volo della Guardia di Finanza proveniente da Pratica di Mare; ad accoglierli una delegazione della Regione Lombardia composta dagli assessori Claudia Maria Terzi e Lara Magoni. I medici che hanno risposto al bando della Protezione Civile saranno destinati agli ospedali di Brescia, appunto, ma non solo: Bergamo, Brescia, Crema, Treviglio, Policlinico di Milano le altre strutture di destinazione.

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