Bellanova: “Impieghiamo lavoratori irregolari sui campi, venerdì il Decreto Aprile”

Il ministro delle politiche agricole svela le ricette per ripartire. “Bisogna dare maggiore valore al lavoro agricolo, servono più liquidità per le imprese”, dichiara la Bellanova.

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In questi ultimi giorni, si sta già pensando a come riprendere il filo del discorso in Italia, dopo l’emergenza Coronavirus. La fase più critica nel nostro Paese sembra ormai alle spalle, anche se non bisogna abbassare la guardia. Ma nel frattempo si fanno le valutazioni su ciò che sta accadendo. Ad esempio Teresa Bellanova, intervistata da Fanpage, fa il punto della situazione sul campo dell’agricoltura. Il ministro delle politiche agricole ha fatto capire che il ricorso al maggior numero possibile di forza lavoro è necessario in questo periodo.

In particolare, il ministro Bellanova ha fatto riferimento a tante persone senza permesso di soggiorno, che stanno dando una mano sui campi del nostro Paese. “Stiamo facendo ricorso a quei lavoratori che oggi sono irregolari nel nostro Paese, ma hanno lavorato magari attraverso il caporalato nei campi. Sono persone alle quali dobbiamo dare uno strumento per la regolarizzazione, ma sono persone fondamentali per procedere alla normale attività nei campi“.

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Il ministro Bellanova propone opzioni per rilanciare l’agricoltura – meteoweek.com

La Bellanova ha parlato anche della necessità di far ripartire proprio il mondo dell’agricoltura in Italia. E per farlo, la Bellanova rende nota una possibilità per rilanciare il mercato, sia tra i coltivatori che anche nei confronti dei clienti. “Dobbiamo dare una accelerazione per la costruzione di piattaforme per facilitare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro in agricoltura. Questo settore non è un settore del passato, marginale, il settore agroalimentare è un settore strategico“.

Bellanova: “Ecco come ripartire”

La ripartenza, dunque, secondo il ministro Bellanova passa dalla messa a disposizione di nuovi strumenti per gli agricoltori. Ma serve anche dare ai lavoratori la possibilità di avere dei diritti tali da “giustificare” questo genere di impiego. “Dico che adesso dobbiamo dare maggiore valore anche al lavoro agricolo e nel momento in cui siamo impegnati a dare sussidi a persone che sono fuori dal processo produttivo, credo che dobbiamo raccogliere la disponibilità di queste persone e approntare una sorta di servizio civile. Quello che non possiamo permettere è che nei campi rimangano prodotti non raccolti“.

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Anche perchè, per quanto ci siano persone che percepiscono introiti come il reddito di cittadinanza, ci sono tante aziende costrette a restare chiuse. Qualcosa che non può durare troppo a lungo, come rivela lo stesso ministro. “Ci sono lavoratori che percepiscono il reddito di cittadinanza o un sussidio perché l’azienda è chiusa, a queste persone noi dobbiamo dare l’opportunità di contribuire a mantenere la normalità della vita delle nostre famiglie e quindi anche impiegandoli temporaneamente nel settore agroalimentare“.

In ogni caso, la ripartenza a tutto tondo dell’Italia passa dal lavoro di tutto il mondo politico nel suo insieme. Ecco la ricetta del ministro Bellanova: “Adesso dobbiamo mettere insieme tutti i sistemi e attrezzarli per essere pronti alla ripresa. Non possiamo permetterci di impegnare risorse e non puntare sulla competitività delle imprese che devono poter generare ricchezza e garantire posti di lavoro. Si sta lavorando per arrivare al prossimo Consiglio dei ministri di venerdì con un decreto che anticipa il decreto di aprile e che si concentra sulla liquidità delle imprese. Noi abbiamo bisogno di mettere il sistema produttivo nella condizione di avere risorse liquide per programmare la ripresa“.

Il rilancio del mondo agricolo è basilare secondo la Bellanova – meteoweek.com

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Il caos del sito Inps

Il ministro Bellanova ha parlato anche dei problemi avuti ieri dal sito Inps. Sono state tante le richieste per il bonus da 600 euro per i lavoratori autonomi e stagionali, ma anche i problemi. Questo il parere del ministro: “Quello che è successo è grave. Bisogna avere tutela rispetto alle persone che affidano i loro dati allo Stato e hanno tutto il diritto di vederli trattati con cura. È accaduto che una comunicazione incerta invece di tranquillizzare le persone le ha allarmate. Se metti in corsa le persone, le metti l’una contro l’altra, è evidente che determini un allarme. I 600 euro di bonus, già insufficienti di per sé, non possono prevedere un calvario per le persone. Non devono più accadere situazioni di questo tipo“.

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