Un giovane paziente si era recato alle Molinette di Torino per via dei suoi problemi di respirazione. I medici gli hanno diagnosticato un timore invasivo tra polmoni e bronchi. Poi l’operazione decisiva.
Arriva una bella storia, che questa volta ha il Coronavirus come semplice cornice o comunque sfondo sfumato. Per raccontarla ci spostiamo a Torino, dove un giovane aveva paura di aver contratto il Covid-19, ma ha dovuto affrontare una battaglia ben diversa. Il ragazzo si era recato nei giorni scorsi all’ospedale delle Molinette del capoluogo piemontese, dopo aver riscontrato quelli che sembravano a tutti gli effetti i sintomi del Coronavirus. Ma la realtà che gli è stata diagnosticata dall’equipe medica è stata ben diversa.
Il ragazzo, infatti, si portava dentro qualcosa di decisamente peggiore dei sintomi del Coronavirus. Gli è infatti stato diagnosticato un tumore che gli ostruiva quasi del tutto la trachea e i bronchi. Per lui è scattato dunque in forma immediata il ricovero presso il reparto di Pneumologia e in seguito presso la Rianimazione dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. In seguito l’equipe medica del nosocomio torinese ha effettuato un intervento non invasivo in broncoscopia rigida e supporto Ecmo.
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Dopo l’intervento, il ragazzo di Torino è stato tenuto sotto osservazione dai medici dei due reparti. E dopo pochi giorni, è arrivata l’effettiva guarigione. Nel frattempo gli è stato somministrato il tampone per verificare la sua eventuale positività al Coronavirus, che in effetti gli è stata riscontrata. E questa combinazione di eventi ha fatto passare alla storia l’ospedale Molinette di Torino. È infatti questo il primo caso in tutto il mondo, in cui un tale intervento è stato somministrato a un paziente che è risultato positivo al Coronavirus.
A rendere ancor più complicata la procedura è stata tutta la situazione attualmente presente negli ospedali italiani, legata proprio all’emergenza Coronavirus. Era infatti necessario, da parte dei medici della Pneumologia delle Molinette di Torino, ridurre al minimo la diffusione dell’infezione del paziente. L’ambiente di lavoro da salvaguardare, i medici dei reparti attigui e la presenza di altri pazienti in condizioni instabili ha infatti tenuti tutti sul filo. Ma alla fine, per fortuna, tutto è andato nella direzione giusta.