Negli Stati Uniti il contagio galoppa: 190mila contagiati, oltre 4mila morti, di cui 1550 a New York.
Il contagio avanza velocemente negli Stati Uniti, forse anche a causa dell’iniziale sottovalutazione del rischio. Le vittime ora sono oltre 4.000, di cui 1.550 a New York. I casi di contagio accertati salgono in tutto il Paese a 190.000 unità. E’ quanto emerge dagli ultimissimi dati elaborati dalla Johns Hopkins University. Il numero delle vittime è raddoppiato in meno di tre giorni. Le persone guarite sono, al momento 7.109. Ma le prospettive sono pessime. Il presidente Donald Trump ha annunciato che la situazione potrebbe essere drammatica: “Saranno due settimane molto dure”. Gli epidemiologi della Casa Bianca prevedono, nel caso peggiore, fino a 240mila morti.
Intanto continua l’acquisto di armi da parte dei cittadini statunitensi: i controlli preventivi su chi compra un’arma sono aumentati dal 1 gennaio al 13 marzo 2020 del 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Non c’è comunque bisogno dei numeri ufficiali per farsi un’idea di quello che sta accadendo. Le scorse settimane le rivendite di armi a Los Angeles hanno registrato un boom di acquisti, con file interminabili di gente. I proprietari delle rivendite confessavano di aver venduto oltre trecento tra armi e fucili in una sola settimana. Stessa situazione in altre aree della California, in Alabama, in Ohio, nello Stato di Washington. Il timore più diffuso è il seguente: questo: il coronavirus porterebbe a una disintegrazione dell’ordine pubblico. Furti, saccheggi, omicidi. Il senso di rottura della legalità sarebbe totale. Da qui il bisogno di ogni americano di difendersi in proprio, senza aspettare l’intervento della forza pubblica.