È stato forse Noah Baumbach, regista di The Meyerowitz Stories, a consacrare definitivamente Adam Sandler come attore a tutto tondo. È in quel film con Ben Stiller e Dustin Hoffman, che il comico, famoso per le sue commedie demenziale, dimostra a tutti il suo valore. Disponibile su Netflix.
Adam Sandler è un bravo attore. E lo è anche e soprattutto nei film che non lo hanno reso famoso al grande pubblico (che invece lo conosce principalmente per le sue commedie demenziali). La sa già molto bene chi ha visto Funny People, Ubriaco d’amore o il recentissimo Diamanti Grezzi, in cui la sua presenza scenica, elettrica e magnetica, viene sfruttata al meglio. Ma è stato forse Noah Baumbach, per anni scrittore dei film di Wes Anderson, a dargli il personaggio che più di altri è stato il veicolo adatto per dimostrare la sua abilità.
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Adam Sandler | non solo commedie demenziali
Già Paul Thomas Anderson del 2002 metteva Adam Sandler in un ruolo ironico ma serio: violento, innamorato e truffato (esattamente le tre caratteristiche del suo personaggio anche nel nuovo Diamanti Grezzi). Tutto accadeva addosso a lui e lui comunicava attraverso il suo stare in scena una carica enorme di rabbia e sentimenti repressi che si porterà appresso anche nel ruolo Danny Meyerowitz, il personaggio che interpreta in The Meyerowitz Stories. In un cast di attori straordinari, da Dustin Hoffman ad Emma Thompson, passando per Ben Stiller, che già aveva ampiamente dimostrato di saper unire il drammatico al comico, è il personaggio di Adam Sandler quello migliore di tutti: un uomo con baffetti, bermuda e un talento musicale mai espresso che è riuscito ad arrivare alla sua età tutto sommato in buone condizioni senza lavorare mai un giorno in vita sua, con una figlia che bada a lui e un grandissimo desiderio d’amore che cerca di esprimere nei modi che può.
The Meyerowitz Stories
Adam Sandler brilla nel film di Noah Baumbach perché sembra essere l’attore perfetto per veicolare il sentimento principale dell’opera: l’impotenza umana di fronte ai sentimenti che nessuno accetta o ricambia. Il Danny di Adam Sandler, come gli altri personaggi del film, desidererebbe essere amato in maniera diversa dal padre, ma non ha il coraggio di dirlo. Lo spettatore lo capisce attraverso la sua postura o grazie al suo sguardo. Sandler incarna benissimo questa contraddizione: costantemente trascurato per l’altro fratello, recita nella parte di un uomo di mezza età che ha tutto da dimostrare. Per caratterizzarlo, l’attore riprende uno degli espedienti che lo hanno reso famoso come attore comico: gli scatti di rabbia fulmine.
I ruoli giusti
Judd Apatow ha raccontato tramite lui il mondo della stand-up comedy nell’amarissimo e complicato Funny People, ma anche Paul Thomas Anderson in Ubriaco D’Amore si è servito della sua peculiare fisicità per un ruolo che difficilmente sarebbe potuto essere interpretato da altri. E così infine Noah Baumbach, l’artista indie per eccellenza dei nostri anni, lo ha voluto in The Meyerowitz Stories in una parte secondaria, ma anche la più sfaccettata e riuscita del film. In tutti questi casi Adam Sandler non solo si è dimostrato all’altezza, ma addirittura l’unica scelta sensata per quei ruoli.