Usa, Trump annuncia di voler lanciare un piano di investimenti da 2.000 miliardi di dollari per le infrastrutture. E afferma: “E’ il momento di realizzare un piano atteso da decenni”.
Gli Usa, in piena emergenza coronavirus, rilanciano: Trump annuncia un possibile piano da 2.000 miliardi di dollari per investire nelle infrastrutture e far ripartire il Paese. Come mai proprio ora? Il presidente degli Stati Uniti twitta: “Con i tassi di interesse a zero negli Stati Uniti questo è il momento di realizzare un piano atteso da decenni“. Poi sottolinea l’utilità di farlo in questo momento, anche a livello sociale: “Sarà concentrato unicamente sulla creazione di posti di lavoro e sulla ricostruzione delle grandi infrastrutture del nostro Paese”.
Il presidente Trump ultimamente sembra simpatizzare con la formula dei 2.000 miliardi di investimenti. Proprio qualche giorno fa, infatti, la maggioranza repubblicana al Senato degli Stati Uniti ha annunciato di aver raggiunto con i democratici un “accordo storico”. Si tratta di un piano da 2.000 miliardi per rilanciare l’economia americana, duramente colpita dal coronavirus. L’idea è di distribuire a pioggia assegni da 1.200 dollari a tutti gli americani, più altri 500 euro per ogni bambini. Questo in media. In realtà la distribuzione sarà scaglionata e concentrata nei ceti medio-bassi della popolazione. Il capo della minoranza democratica al Senato Chuck Schumer, ha parlato “del più grande piano di salvataggio nella storia del Paese”. A questi 2.000 miliardi di dollari, Trump ora vorrebbe aggiungerne altri 2.000 miliardi per le infrastrutture.
L’idea del presidente americano, tra l’altro, non compare all’improvviso. Già nel maggio del 2019 si parlava di un maxi investimento di 2.000 miliardi per le infrastrutture pubbliche. Si trattava addirittura di una somma predisposta per tenere fede a una promessa elettorale. Il cosiddetto “Rebuilding America“.
Un piano per spingere ancora di più l’economia americana, proprio nel 2020, l’anno delle elezioni nel quale tradizionalmente il Pil rallenta. E già nel 2019 era chiara l’affinità con le posizioni dei leader democratici del Congresso, Nancy Pelosi e Chuck Schumer. Chissà se anche in questo momento Trump riuscirà ad raccogliere i consensi necessari.
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