Il ministro della saniyà Roberto Speranza (Photo by KENZO TRIBOUILLARD/AFP via Getty Images)
Confermata l’ipotesi che i termini degli ultimi decreti firmati dal presidente del consiglio Conte non potessero essere sufficienti se limitati alla fine di questa settimana.
Alla fine è arrivata anche la conferma di quello che per la verità si riteneva già dato per scontato. Le misure per il contenimento del virus sono state efficaci fino a questo momento, ma non del tutto sufficienti. Che ci sia una lieve flessione nel numero dei contagi è evidente ma, in alcune zone, questo beneficio è ancora solo relativo e bisogna continuare a mantenere un’attenzione estremamente stretta e selettiva.
Di qui la dichiarazione del ministro della sanità Roberto Speranza che ieri, al termine del Consiglio dei ministri ha confermato che tutte le misure previste fino a venerdì prossimo 3 aprile dai vari decreti ingiuntivi del ministro Conte, saranno prorogati fino a Pasqua. Scuole e università chiuse, negozi non necessari chiusi, servizi produttivi non necessari alla sopravvivenza del paese bloccati: la ripartenza, dunque, attende ancora.
Nel Consiglio dei ministri, dunque, prevale la tesi presentata dalla stragrande maggioranza dei virologi che hanno consigliato di continuare a mantenere la guardia alta e limitare gli spostamenti al massimo cercando di tenere L’Italia in una grande zona rossa di quarantena con uno spostamento di uomini e merci ridotto al minimo essenziale.
Che la scuola non sarebbe ripresa , per la verità, era chiaro film dal primo provvedimento: impossibile che le aule potessero accogliere tutti gli studenti per due-tre giorni per poi rispettare le feste di Pasqua. Un rischio assolutamente inutile. Fermo restando che anche questo prolungamento rischia di essere un ponte da allungare ulteriormente fino alla fine del mese di aprile, in attesa del tanto temuto picco che per ora non si è ancora verificato e che potrà arrivare solo alla metà del mese, proprio intorno a Pasqua, è verosimile pensare che forse le scuole e i servizi potranno essere riaperti in modo graduale solo dopo il 13 aprile. Più verosimile, invece che si arrivi a un ulteriore estensione del provvedimento fino alla fine del mese quando saremo più o meno certi che il dramma che è verificato in Lombardia sarà stato in qualche modo evitato alle regioni del Sud.
Il ministro della salute Roberto Speranza, dal canto suo, senza ostentare alcuna sicurezza, cerca di esprimere parole di ottimismo: “I risultati di questi ultimi giorni in Lombardia, con l’aumento del numero dei guariti e una minor pressione su pronto soccorso e padiglioni destinati alla rianimazione, fa capire che evidentemente si è fatta la scelta giusta che a questo punto, soprattutto ora in attesa del picco, dobbiamo non solo mantenere ma anche incentivare”.
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