Coronavirus: Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), avvisa: siamo al plateau, al picco stabile. Ora è necessaria una decrescita dei contagi.
Lo comunica Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, sull’emergenza coronavirus: abbiamo raggiunto il picco stabile, il cosiddetto “plateau”. Poi si spiega: “Il picco non è una ‘punta’ ma un pianoro ora dobbiamo scendere dall’altra parte”. Cosa vuol dire esattamente? Che da qualche giorno i contagi aumentano in maniera costante, o sono addirittura inferiori. Stando a questi dati, la crescita esponenziale che ha allarmato gli esperti fino ad ora dovrebbe essere alle nostre spalle.
Tuttavia, precisa: “Non vuol dire che abbiamo conquistato la vetta e che è finita ma che dobbiamo iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure in atto“. E ancora: “Bisogna essere cauti poiché dalla situazione di pianoro l’epidemia può ripartire se molliamo rispetto alle misure di contenimento e isolamento in atto”. Ciò non vuol dire, infatti, che l’epidemia sia stata sconfitta, tutt’altro. Il contagio dilaga ancora e l’epidemia continua a mietere vittime. Solo, lo fa con un andamento costante. “Guai ad abbassare le guardia, ora bisogna gestire la discesa”.
I dati ottenuti, infatti, dovrebbero dimostrarci che le misure di contenimento funzionano. E Brusaferro va ancora oltre, ravvisando addirittura una decrescita dei nuovi casi in Lombardia, “anche se il loro numero è ancora significativo”. Per questo ora più che mai è necessario mantenere il polso della situazione, per evitare che sfugga di mano nuovamente, provocando danni irreparabili. “Le scelte che dovranno essere prese in una fase di curva discendente dovranno evitare comunque di perdere il controllo dell’epidemia. Dobbiamo capire con che velocità scende la curva, oggi è difficile immaginare un azzeramento in tempi brevi”. E per capirlo, l’Iss sta anche mettendo a punto test più veloci per individuare la presenza di anticorpi. “Stiamo pensando di fare questo tipo di indagini più veloci e stiamo mettendo a punto le tecnologie per poterlo fare”.
Sono dati che soddisfano, per quanto possibile, le previsioni degli esperti. Era proprio lo scopo delle misure di contenimento: produrre prima un numero di nuovi casi costante, e poi calante. A livello nazionale si è passati in pochi giorni da un incremento quotidiano di 6.500 casi a 4.000 circa (ieri). E il famoso “picco” era stato previsto proprio per il 31 marzo.
Il calcolo seguiva anche le proiezioni proposte a inizio marzo dall’esperto di big data dell’Università dell’Insubria, Davide Tosi. Attraverso lo studio dell’andamento dei contagi di Wuhan, Tosi aveva proposto proprio questi giorni come i giorni del picco. Ora, sempre secondo le previsioni, dovrebbe attenderci un appiattimento della curva. E solo successivamente una lenta flessione dei contagi, che porterà a un totale azzeramento, nella seconda metà di aprile.
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