Coronavirus. In Kenya violenze su chi non rispetta coprifuoco, muore 13enne

Il coprifuoco voluto da Nairobi per fermare il contagio da coronavirus, ha già causato un morto e diversi feriti. Critiche per i modi violenti della polizia con i quali fa rispettare le restrizioni. 

Tragedia in Kenya dove le autorità hanno deciso di obbligare la popolazione al comprifuoco per arginare il pericolo coronavirus. E lo fa con le maniere forti. C’è un primo morto, un ragazzino di 13 anni morto a Nairobi colpito da un proiettile sparato da un poliziotto: il ragazzo era sul balcone di casa e guardava le operazioni delle forze dell’ordine che stavano disperdendo decine di persone che non rispettavano il coprifuoco. Il giovane Yassin Hussein Moyo, riferisce il “Daily Nation”, è stato sepolto nel suo quartiere, Kariokor. La sua morte ha scatenato forti polemiche contro l’uso di armi da parte della polizia per far rispettare le restrizioni sanitarie. Ma il servizio di polizia nazionale si difende e dichiara su Twitter che si è trattato di un incidente e che il ragazzo è stato colpito da un “proiettile vagante”, aggiungendo che tutte le armi in dotazione agli agenti saranno analizzate per verificarne il buon funzionamento.

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Il capo della polizia del Kenya ha ordinato un’indagine sulla morte del ragazzo ucciso. Lo riporta Bbc Africa. Secondo testimoni oculari, il ragazzino è stato colpito allo stomaco ed è morto in ospedale. Il pubblico ministero del Paese ha dichiarato di attendere il fascicolo per avviare un’azione in merito. Quest’omicidio getta ulteriore ombra sui modi con i quali gli agenti di polizia gestiscono il coprifuoco deciso venerdì scorso e che ha visto l’utilizzo di gas lacrimogeni e violenze, concittadini picchiati e feriti per essere stati trovati in strada dopo le 19.00 ora locale, quando inizia l’obbligo di stare in casa.

 

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