Secondo quanto riporta uno studio di Confindustria, gli effetti del coronavirus in Italia stanno già facendo sentire i loro effetti: Pil in calo del 10% già nel primo semestre, col serio rischio che la recessione diventi depressione.
Secondo quanto stimato dal centro studi di Confindustria, l’economia italiana conterà una perdita “enorme” di Pil già nella prima metà del 2020. Secondo quanto riportato dagli industriali, si assisterà infatti a una “caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa”.
Potrebbe, però, esserci una “risalita lenta”, dopo il “superamento della fase acuta dell’emergenza a fine maggio”. Per fine anno, dunque, la stima si attesterebbe a un -6%, con un 2021 atteso per il suo potenziale e “parziale recupero” del +3.5%. Sempre se le previsioni offerte dai dati attuali non si dimostrino troppo ottimiste. Per avere un quadro più attendibile, in effetti, servirebbero i dati delle settimane a venire.
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Coronavirus affonda Pil in Italia, rischio depressione
La pandemia di coronavirus che attanaglia il nostro Paese sta avendo effetti spaventosi su numerosi aspetti della nostra vita. Per ciò che concerne il settore economico, gli industriali parlano di un’Italia “colpita al cuore”, e sentono la premura di lanciare un messaggio d’allarme.
“Bisogna agire immediatamente. Servono, perciò, interventi di politica economica, immediati e di carattere straordinario, su scala sia nazionale che europea. Per sostenere la tenuta e poi la ripartenza dell’attività economica già nella seconda parte del 2020 e quindi nel corso del 2021″, viene infatti spiegato nello studio.
Per tentare di ammortizzare quanto possibile la situazione, già preoccupante, è allora “cruciale che si definisca fin d’ora il quadro delle prossime azioni, necessarie per restituire fiducia a famiglie e imprese, rispetto a un percorso di salvaguardia del sistema produttivo da un evento così profondamente negativo“.
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Il rischio, altrimenti, è che da una recessione il nostro Paese possa spostarsi verso una pericolosa depressione. “L’azione di politica economica, immediata ed efficace, deve essere diretta in questa prima fase a preservare il tessuto produttivo del Paese, impedendo che la recessione profonda di questi mesi distrugga parte del potenziale e si traduca in una depressione prolungata, con un aumento drammatico della disoccupazione ed un crollo del benessere sociale“.
In aggiunta a ciò, “non appena possibile, occorrerà poi mobilitare risorse rilevanti per un piano di ripresa economica e sociale. In entrambe le fasi, un’azione comune o almeno coordinata a livello europeo sarebbe ottimale; in assenza di questa possibilità, la risposta della politica economica nazionale dovrà essere comunque tempestiva ed efficace“.