Coronavirus, la caritas si rafforza: “dignità a chi si sente invisibile“

Coronavirus, Caritas: aumentano le richieste di aiuto nelle grandi città. Ecco perché l’ente chiede alle istituzioni maggiore compattezza territoriale

Coronavirus, Caritas: aumentano le richieste di aiuto
Coronavirus, Caritas: aumentano le richieste di aiuto (GettyImages)

Da quando il Coronavirus è arrivato nel nostro Paese, non solo il sistema sanitario ma anche quello economico hanno subito un colpo senza precedenti. Al restare chiusi in casa per non permettere al virus di diffondersi e mietere ulteriori vittime, si è aggiunto un aumento delle richieste di aiuto di circa il 30% nelle grandi città. È la Caritas a fornire tali dati tramite il responsabile dei macro progetti, don Andrea La Regina. Si tratta di persone che non avrebbero mai pensato di chiedere aiuto materiale, racconta il sacerdote, e questa situazione si accompagna a un’altra problematica, fosse ancor più temibile, quella della rabbia, “sintomo di malessere umano e psicologico”.

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Coronavirus, Caritas alle istituzioni: “Collaborare per non far sentire nessuno abbandonato”

Di fronte a questo scenario, don Andrea esorta i territori a rispondere adeguatamente, collaborando per non far sentire nessuno “invisibile“. Il sacerdote è da anni in prima linea nel combattere situazioni calamitose come il terremoto de L’Aquila di 11 anni fa, e anche quando si sono verificati alluvioni al Nord. Attualmente, con l’arrivo del Covid-19, l’emergenza riguarda coloro che necessitano di beni di prima necessità. In questo contesto, don Andrea racconta di anziani soli, padri separati, lavoratori precari o in nero. Tutte persone che iniziano ad avvertire un profondo senso di solitudine e abbandono.

Caritas
Caritas (GettyImages)

Attualmente, la Caritas si è riorganizzata per far fronte alle più svariate richieste di aiuto. I volontari sono pronti all’ascolto e a a disposizione per fare la spesa, comprare medicine, ritirare ricette mediche. Le mense, chiuse per via del Coronavirus, forniscono ora servizio pasti a domicilio.

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Don Andrea esorta, inoltre, ad allargare il welfare in modo da restituire “dignità a chi si sente invisibile“. Attualmente 65 diocesi hanno messo a disposizione le proprie strutture per ospitare 1.100 persone. Si stanno occupando anche delle carceri e di coloro che uscendo dalle case circondariali si ritrovano senza alternative valide.

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