Il premier Conte parla al quotidiano spagnolo Pais. Dall’Europa e i coronabond fino alla previsione del picco e al perchè in Italia non si è fermato tutto prima che espoldesse la pandemia.
Il presidente del Consiglio Conte si concede al quotidiano spagnolo Pais e prova a tirare le fila in un momento molto confuso, soprattutto sul fronte Europa. Ribadisce che la sua idea, condivisa da altri 8 suoi omologhi europei, sia la migliore per affrontare l’emergenza economica legata alla pandemia coronavirus. “Chi si oppone in Ue alle richieste italiane ragiona con una mentalità vecchia, con un’ottica inadeguata a questa crisi, che è simmetrica ed eccezionale” – ha detto il premier. “L’ho chiamato Piano di Ripresa europea e re investimento; non penso a un solo strumento ma è il momento di introdurre strumenti di debito comune europeo”. “Il problema non è quando si uscirà dalla recessione ma uscirne il prima possibile. Il tempo è fattore chiave”, aggiunge. “L’Italia non chiede di condividere tutto il suo debito pubblico accumulato finora, che resterà a carico di ciascun Paese”.
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Conte ci tiene a rimarcare come “l’Italia aveva avuto un comportamento ottimale fino a questo momento, anche sul fronte del debito. Il deficit del 2019 doveva chiudersi al 2,2 e abbiamo ottenuto 1,6%. Nessuno chiede all’Ue di farsi carico dei debiti sovranima solo di essere capace di assestare un colpo unitario per uscire da questo tsunami” In questi giorni “siamo nella fase più acuta. Gli esperti sono prudenti ma è ragionevole pensare che siamo vicini al picco”, spiega ancora Conte.
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Conte rivendica la proporzionalità delle misure restrittive messe in campo e delle future riaperture. “Sarebbe stato un errore introdurre una serrata totale del Paese subito – spiega – Allo stesso tempo, è impossibile prendere in carico un impatto economico di questo livello per un tempo troppo prolungato. Quando fu visto che il contagio era diffuso le misure prese in Lombardia furono assunte in tutto il Paese. E’ così che si è arrivati a essere più radicali e abbiamo imposto la chiusura delle attività non essenziali. Ma, insisto, le misure devono essere graduali”, spiega il premier. E alla domanda se l’Italia potrà riaprire prima della fine della pandemia Conte chiarisce: “E’ prematuro deciderlo. Quando il Comitato scientifico dirà che la curva comincia a scendere potremo studiare misure che rallentino” le restrizioni. “Però dovrà essere molto graduale”.