L’Oms: da chi è, chi la dirige, chi la finanzia a che ruolo ha giocato nell’emergenza coronavirus. E poi cosa ha fatto e cosa non ha fatto? Alcune risposte alle domande più comuni.
Rispetto a un primo momento in cui si pensava che si trattasse solamente di un allarme localizzato, oggi il Coronavirus è diventato un problema di ordine globale, passando dallo stato di epidemia a quello di pandemia. A coordinare e dirigere la lotta a questa emergenza globale c’è l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Annuncia il numero dei contagiati, dei deceduti e dei convalescenti, informa sulla diffusione della malattia e coordina le misure per contenerla.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fu fondata nel 1948 come agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Ha la sua sede centrale a Ginevra e ad oggi conta 194 Stati membri. Dal 2017 è guidata dall’ex ministro della sanità e degli esteri etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Laureato in biologia nel 1986, le sue ricerche sulla malaria conferiscono al dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus fama internazionale. Comincia quindi a lavorare per il Ministero della Salute etiope. Dal 2005 al 2012 è Ministro della salute dell’Etiopia, dove indica alcune riforme sull’accesso ai servizi sanitari.
Durante il suo mandato, la mortalità infantile nel Paese scese in maniera sostanziale, da 123 morti per ogni 1000 nati nel 2006 a 88 nel 2011. Nel luglio 2009 è eletto per due anni Presidente del Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria. Dal 2012 al 2016 è Ministro degli Affari Esteri, per poi essere eletto nel 2017 dall’Assemblea mondiale della direttore generale dell’OMS.
La missione ufficiale dell’OMS è “raggiungere il più alto standard di salute raggiungibile per tutti i popoli“. Può stabilire standard a livello internazionale per trattare le malattie, le modalità di gestione delle tossine ambientali e la protezione contro i pericoli nucleari. Assicura inoltre assistenza tecnica ai Paesi che ne necessitano e si occupa del coordinamento delle risposte internazionali alle emergenze sanitarie.
L’OMS ha attualmente un ammontare di circa 4,4 miliardi di dollari e due fonti di reddito: in primo luogo, i contributi fissi versati dai governi degli Stati membri, basati sulle dimensioni della popolazione e sul livello del loro prodotto nazionale. Il secondo è costituito da contributi volontari di Stati membri, fondazioni, aziende e privati.
Circa il 14% del budget totale deriva attualmente dalla Bill and Melinda Gates Foundation, il più grande donatore privato che ha finanziato l’OMS con circa 2,5 miliardi di dollari dall’inizio del millennio. Solo nel 2016 e nel 2017, l’importo annuale è stato di 629 milioni di dollari – in gran parte destinati alle campagne di vaccinazione.
L’11 marzo scorso, l’OMS ha dichiarato il Coronavirus una pandemia: “L’OMS ha valutato questo focolaio 24 ore su 24 e siamo profondamente preoccupati – affermava il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa – sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione. Abbiamo quindi valutato che COVID-19 può essere caratterizzato come una pandemia. Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o disattenzione.”
“Descrivere la situazione come una pandemia – ha proseguito il direttore dell’OMS – non cambia la valutazione dell’OMS sulla minaccia rappresentata da questo virus. Non cambia ciò che l’OMS sta facendo e non cambia ciò che i paesi dovrebbero fare.
Già prima dell’11 marzo ci si chiedeva perché l’OMS non avesse dichiarato prontamente la pandemia. Il 22 febbraio Walter Ricciardi, componente dell’executive board dell’Oms rispondeva così alla domanda: che piani ha l’Oms in caso di pandemia?
«Una serie di misure tarate a seconda delle caratteristiche dei singoli Paesi e dell’evoluzione dei loro sistemi sanitari. Comunque in caso di vera pandemia si potrebbe arrivare ad estendere a tutti i Paesi lo stato di emergenza già adottato da Italia e Gran Bretagna e l’Oms potrebbe imporre misure come il blocco dei voli e della circolazione a terra, le quarantene obbligatorie e la chiusura coercitiva di scuole e fabbriche. Ma fortunatamente questa emergenza oggi non c’è».
La preoccupazione dell’Oms sembrava essere questa: dichiarando una pandemia, i paesi avrebbero applicato a tappeto misure generiche concepite per un’emergenza che non si riteneva ancora tale. “Le persone pensano che sia come per la sars e agiscono di conseguenza, oppure che sia una pandemia e allora si affrettano ad applicare misure di mitigazione”, aveva dichiarato Bruce Aylward dell’Oms, durante una conferenza stampa a Pechino.
Certamente l’emergenza Coronavirus è dilagata velocemente e in maniera imprevista, a detta di molti questo allarme è stato sottovalutato, poiché ancora sconosciuto o perché non sufficientemente considerato. Perfino l’OMS inizialmente aveva scongiurato il pericolo “pandemia”, ritenendolo lontano.
In ogni caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha giocato un ruolo importante nelle decisioni che sono state prese a livello internazionale, e tutt’oggi continua a farlo. Adattando le proprie risposte all’evolversi degli eventi e della situazione epidemiologica che si va delineando giorno dopo giorno, e condizionando così le risposte tanto dei singoli paesi, quanto della totalità della famiglia umana. Speriamo che lo si faccia nella maniera migliore possibile.
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