Il governatore del Veneto si aspetta una svolta nei prossimi giorni. “I nostri modelli matematici ci dicono che il sacrificio fatto finora è servito”, dichiara Zaia.
Sta per concludersi il mese di marzo e sta arrivando un momento cruciale per il nostro Paese. La prossima settimana sarà infatti quella del 3 aprile, la data limite imposta dal Governo quando è stato diffuso il primo decreto restrittivo. Sarà molto difficile se non impossibile una riapertura, anche parziale, delle attività chiuse. Così come non è da auspicare che la gente possa tornare a muoversi con un po’ di libertà in più. In ogni caso emerge un pizzico di ottimismo anche dalla sfera politica, come nel caso di Luca Zaia.
Il governatore del Veneto, nel suo consueto punto del fine settimana, ha fatto capire che la situazione è in miglioramento. E si aspetta che nei prossimi giorni ci si avvii verso la tanto auspicata svolta. “Io spero che il cambio di direzione ci possa essere la prossima settimana – dichiara Zaia – . Se si rispetta l’ordinanza, infatti possiamo considerare la prossima settimana come quella cruciale e i nostri modelli matematici ci dicono che il sacrificio fatto finora è servito. Io spero per domenica prossima di poter dire che stiamo cambiando direzione, anche se con 2 mila persone in ospedale, 355 in terapia intensiva e quasi 400 morti non si può sorridere e per questo bisogna continuare con le restrizioni“.
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Appare chiaro, come hanno detto anche alcuni esponenti del Governo, che il 3 aprile non sarà il giorno in cui tutto riaprirà. Tuttavia, Zaia sostiene che potrebbero essere necessari altri 15 giorni prima che il peggio venga messo alle spalle. E si azzarda anche un periodo in cui questo stop finirà del tutto. “Se verranno rispettate le previsioni – prosegue il governatore – entro il 15 aprile si arriverà al picco e poi spero per fine maggio/inizio giugno tutto finisca e si torni alla normalità. Per questo stiamo valutando come rinnovare l’ordinanza che scade il 3 aprile“.
C’è una sola situazione che preoccupa fortemente in Veneto, ed è quella della provincia di Verona. La vicinanza con la provincia di Brescia, che è uno dei focolai, preoccupa Zaia, il quale punta a risolvere il problema al più presto. “La situazione è sotto controllo e stiamo allestendo nuove terapie intensive e soprattutto le case di riposo, purtroppo hanno come ospiti i candidati perfetti per il virus. Bisogna evitare che diventi una strage, per questo stiamo fornendo dispositivi di sicurezza. Tutti i giorni alle Ulss forniamo mascherine e altro materiale, e avvieremo uno screening, con un nuovo piano ad hoc proprio per le case di riposo e non escludo la possibilità di spostamento di alcuni ospiti, ma non negli ospedali“.
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Per quanto riguarda il comportamento del Governo nei confronti delle regioni, Zaia decide di glissare. Dalla Lombardia arriva un duro attacco, ma il governatore veneto cerca di non addentrarsi più di tanto nella questione. “Non voglio fare polemiche, dico ‘non basta, ma aiuta’. Certo, tutti noi vorremmo un vero e proprio Piano Marshall come ha fatto la Germania con 550 mld di finanziamenti alle imprese, ma soprattutto un quadro preciso, ed è quello che chiedono le imprese grandi e piccole che mi dicono ‘stiamo navigando a vista, dateci una direzione precisa’. ma oggi è scandalosa l’assenza dell’Europa: dov’è? Il mio invito al governo è di farsi sentire in Europa, di battere i pugni e se necessario spaccare tutto“.
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