Parla il commissario Ue per gli affari economici, Paolo Gentiloni, in una intervista alla Stampa in cui spiega che serve subito un piano per rilanciare la Ue. Elogi e critiche all’Italia.
Il commissario Ue per gli affari economici, Paolo Gentiloni, torna a parlare e in un’intervista a La Stampa non manca di lanciare frecciate all’Italia. Ne parla in terza persona, quasi non fosse anche il suo Paese. “Fra chi lamenta un’assenza dell’Europa ci sono le stesse persone che in questi anni hanno contrastato la possibilità che l’Ue avesse più capacità di intervento”. Spiega che serve subito un piano per rilanciare la Ue. “Oltre a circa 270 miliardi di spese – sottolinea Gentiloni -, i Paesi dell’Unione hanno stanziato 1800 miliardi di sostegno alla liquidità, sono il 14% del Pil dell’Eurozona. Sono misure di garanzia di liquidità per le imprese e per il rinvio delle imposte. Adesso devono arrivare a terra, impedire che le banche siano reticenti a fornire il credito. È la giusta via. Sono fiducioso che succederà in misura maggiore rispetto a quanto avvenuto sinora, anche in Italia”.
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Gentiloni: “l’Italia si è mossa in modo esemplare”
“L’Italia si è mossa in modo esemplare. Ha smentito molti luoghi comuni sui rapporti tra cittadini e Stato come sulla mancanza di coesione, riuscendo a prendere misure molto difficili prima di ogni altro Paese, dunque senza modelli a cui rifarsi, se non a quello di una società diversa come quella cinese”- spiega Gentiloni – “Il governo ha deciso rapidamente in campo economico. La prima lettera alla Commissione è del 5 marzo, una settimana prima che proponessi la ‘general escape clause’ che sospendesse il Patto di Stabilità. Sono stati pronti – dice del suo Paese il commissario – Ma è chiaro che si impone un secondo tempo, perché non ci siano disallineamenti tra le principali economie europee nelle garanzie di liquidità alle imprese, e nella velocità con cui esse sono distribuite a chi ne ha bisogno”. “La Commissione Ue – conclude- non può iscriversi al partito dell”helicopter money’. Le nostre priorità sono le garanzie alle imprese; il contributo a sostenere i posti di lavoro, con strumenti come la cassa integrazione che tengano i lavoratori legati alle aziende; il coordinamento della gestione dei confini per salvaguardare i flussi di merci e di prodotti sanitari”.