Per far fronte alla situazione epidemiologica da coronavirus in Veneto, il governatore della Regione Luca Zaia ha comunicato le nuove misure che verranno applicate entro i prossimi giorni.
Nell’ultima conferenza stampa dedicata al bollettino e agli aggiornamenti in merito all’emergenza coronavirus in Veneto, il governatore Luca Zaia ha fatto sapere che verranno introdotte a breve nuove misure atte a contenere i contagi e a curare coloro che sono stati già infettati.
“Le restrizioni che abbiamo deciso, con la chiusura dei supermercati la domenica, ma soprattutto quella di restare a casa, che devo dire i veneti hanno accolto e accettato, portano risultati: siamo in ritardo di quattro giorni sul modello matematico. La cura contro il coronavirus siamo noi veneti: stiamo a casa“, ribadisce infatti Zaia nell’ultimo appuntamento con la stampa, sottolineando come “la prossima settimana sarà determinante, ci darà una direzione precisa su come andrà. Dopo di che la mia ordinanza scade il 3 aprile, cercherò di rinnovarla ancora“.
Per fronteggiare l’emergenza ospedali, cercando quindi sia di diminuire quanto possibile i ricoveri e al contempo rallentare il decorso della malattia, Zaia ha fatto inoltre sapere che dalla prossima settimana inizieranno le somministrazioni di farmaci sperimentali contro il Covid-19 direttamente a casa dei contagiati. Ai malati sintomatici rimasti in isolamento presso il proprio domicilio, allora, verranno effettuate delle terapie con farmaci quali clorochina, idrossiclorochina, e anti-reumatoidi. Questo, ovviamente, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Azienda Italiana del Farmaco.
“Stiamo per avviare la somministrazione domiciliare ai pazienti positivi, non gravi, dell’Avigan, dei farmaci anti malarici e di quello contro l’artrite reumatoide”, ha infatti spiegato in conferenza Zaia. Che ha poi proseguito: “La buona notizia di oggi è infatti il via libera dell’Aifa, entro domani sarà pronto il protocollo operativo per portare appunto questi farmaci a casa dei malati, riducendo l’ospedalizzazione solo ai casi gravi, che hanno necessità di cure in ospedale, e di una terapia intensiva o subintensiva”.
Come già spiegato in una lettera-denuncia scritta a più mani dai medici di Bergamo, infatti, gli ospedali sono delle strutture che, oltre ad essere al limite del collasso, stanno diventando dei veri e propri mini-focolai di contagio. In questo senso, però, anche le case di riposo, con i loro ospiti in età geriatrica, possono trasformarsi in delle micce accese. Per cercare di arginare l’emergenza anche su questo fronte, Zaia è allora stato chiaro.
“Noi vogliamo che tutti coloro che possono salvarsi dal virus si salvino, e che siano tutelati anche gli operatori sanitari che vi lavorino. Per questo devono essere assolutamente i solati i pazienti positivi vi devono creare percorsi separati”, spiega il governatore nella conferenza. E specifica, inoltre, che “la gestione non è della Regione ma vedremo di trovare delle forme di collaborazione per una tutela maggiore di ospiti e operatori“.
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