Dichiarazione agghiacciante del direttore del servizio sanitario inglese, che dà per scontata una quantità enorme di morti.
“Potremo considerare di aver fatto bene se riusciremo a rimanere sotto i 20mila morti”: una dichiarazione agghiacciante. A farla, il direttore di Nhs England, che è il servizio sanitario nazionale britannico. Stephen Powis, questo il nome del funzionario di sanità pubblica, si è espresso in questo modo durante il briefing quotidiano a Londra per gli aggiornamenti sull’emergenza coronavirus. E’ solo l’ultimo capitolo di una polemica ormai esplosa, che ha come obiettivo la risposta britannica al coronavirus, definita “uno scandalo nazionale” che si poteva evitare. Una accusa senza mezzi termini, pronunciata tra gli altri da Richard Horton, direttore di The Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche britanniche e mondiali. “Non dovremmo essere nella posizione in cui siamo adesso”, scrive Horton in un editoriale sul giornale online. “L’ultima settimana di gennaio sapevamo quello che sarebbe venuto. Abbiamo sprecato febbraio quando avremmo potuto agire. Tempo in cui avremmo potuto moltiplicare i test (del contagio, ndr). Tempo in cui avremmo potuto procurarci materiale protettivo. Non l’abbiamo fatto”.
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Riportando le lamentele anonime di medici e sanitari, il direttore di Lancet parla di una “frustrazione e rabbia senza precedenti” e afferma: “La strategia del governo è fallita, in parte perché i ministri, per ragioni che rimangono opache, non hanno seguito subito i consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di fare test a ripetizione su ogni caso sospetto, di isolare e di applicare la quarantena. Il governo adesso ha un piano di soppressione del Covid 19, ma è stato approntato troppo tardi, lasciando l’Nhs (National Health Service, il servizio sanitario pubblico britannico) completamente impreparato”.
Quindi riferisce alcuni dei commenti che il personale medico in prima linea gli ha inviato negli ultimi giorni: “E’ il caos… Non ci sentiamo protetti… È una carneficina completa… È una crisi umanitaria… Eravamo meglio preparati nelle zone di guerra… È un atteggiamento criminale… Quando questa storia sarà finita, l’intera direzione dell’Nhs dovrà dimettersi”.