Il 26 marzo del 1990, Giuseppe Tornatore conquistava Hollywood con il suo commovente Nuovo Cinema Paradiso, che si aggiudicò l’Oscar come migliore film straniero. Il racconto dell’amicizia tra un bambino e il burbero proiezionista di un cinema di paese affascinò l’America e il mondo intero.
Sono passati esattamente trent’anni dal giorno in cui Giuseppe Tornatore vinse l’Oscar al miglior film straniero nel 1990 grazie al suo Nuovo Cinema Paradiso, opera seconda di un regista ancora giovanissimo. Eppure il film, che aveva già trionfato a Cannes, non ottenne un immediato successo.
Nuovo Cinema Paradiso | trent’anni fa l’Oscar
Come racconta anche Totò Cascio, l’attore che interpretava il piccolo Salvatore nel film, Nuovo Cinema Paradiso fu inizialmente un flop. Il capolavoro di Tornatore venne infatti proiettato nella sua versione più lunga, che non trovò l’apprezzamento del pubblico, che invece giudicò il film troppo noioso. Quello che oggi viene considerato da molti un capolavoro registrò degli incassi disastrosi in tutta Italia e non fu apprezzato dalla critica. Solo nella città Messina, grazie alla fortunata intuizione del gestore di una piccola sala cinematografica chiamata “Aurora”, Nuovo Cinema Paradiso trovò il successo negato nel resto della penisola. Gianni Parlagreco, il gestore del cinema, stupito del flop clamoroso del film, che lui ovviamente aveva visto e aveva amato moltissimo, decise di invitare il pubblico a vederlo gratis e di pagare solo se effettivamente soddisfatti dalla visione. Il risultato fu clamoroso: tutti pagarono il biglietto dopo aver visto sul grande schermo l’epopea di Tornatore. E fu proprio grazie al pubblico di Messina se il film divenne così famoso. Dei 120 milioni che incassò, 72 furono incassati nella città siciliana. Già nel 1981 a Messina aveva riscosso un successo inaspettato un altro film ignorato nel resto d’Italia: Ricomincio da tre di Massimo Troisi.
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Il caso di Messina
La versione che fu proiettata originariamente nel 1988 durava 173 minuti e fu accolta da pareri contrastanti che ne sottolineavano il carattere troppo ridondante e prolisso nella seconda metà. Nel novembre dello stesso anno il film tornò in sala con un montaggio di 157 minuti. Ma anche in questo caso l’afflusso di pubblico fu talmente basso che dopo poche settimane molte sale di città decisero di sospendere le proiezioni. Dopo l’inaspettato exploit messinese, però, Tornatore ritrovò la fiducia nel suo lavoro e decise di proporlo per il Festival di Berlino. Ma la commissione del festival non lo accettò per la selezione ufficiale.
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Il successo dopo il flop
Dopo altre proiezioni fallimentari in giro per l’Italia, Tornatore allora prese una decisione drastica: ridurre il film di oltre trenta minuti, eliminando l’incontro tra Salvatore ed Elena nella seconda parte (oggetto di molte critiche) e altre brevi scene, accorciando così notevolmente il film senza per questo intaccarne la struttura narrativa principale. La nuova versione dalla durata di 123 minuti venne quindi presentata al Festival di Cannes, dove si aggiudicò il Grand Prix Speciale della Giuria. Solo quando il film venne distribuito per la terza volta nelle sale italiane (era il settembre 1989 ed era passato ormai un anno dalla prima uscita), il pubblico consacrò il successo di quel film, che poi, da lì a poco, avrebbe trionfato agli Oscar, diventando una delle pellicole più popolari degli anni Ottanta.