Il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella ha dichiarato che è essenziale prevedere sanzioni per evitare il diffondersi delle fake news in un momento già delicato per la lotta al Coronavirus.
Il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, è stato intervistato dalla testata online Articolo 21 sulla diffusione delle fake news durante l’epidemia di Coronavirus, che sta creando danni all’intera comunità di cittadini.
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“Dobbiamo studiare seriamente un’iniziativa istituzionale, forse anche un meccanismo sanzionatorio più efficace per evitare il diffondersi delle fake news. Sono convinto che queste vadano combattute con forza, intervenendo a vari livelli“, ha affermato Andrea Martella.
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Il sottosegretario all’editoria ha raccontato, durante l’intervista, che si sono rese necessarie delle iniziative contro chi crea notizie false, perché aumentano la paura e creano uno stato d’allarme e isteria collettiva in un momento già psicologicamente difficile da affrontare per tutti, cittadini e politici.
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“Ciò significa ad esempio rafforzare il già importante ruolo della Polizia postale nell’individuazione delle ‘fonti tossiche’ e, al tempo stesso, fare leva sull’attività di debunking, di smascheramento delle notizie false. I responsabili di questa informazione nociva devono sapere che, a fronte di un danno procurato alla comunità, corrisponde un dazio certo da pagare”, ha proseguito Andrea Martella.
In effetti sono diversi giorni che circolano notizie false e potenzialmente dannose sul web. E sono già molti gli esperti di comunicazione e gli psicologi che hanno dichiarato che l’infodemia potrebbe essere addirittura peggio dell’epidemia. In questo momento online circolano troppe notizie e buona parte di esse sono contraddittorie, quando non palesemente false. Ciò comporta un rischio di panico diffuso tra le fasce più deboli della popolazione.
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Molti, tra i più giovani e una buona parte degli anziani, non hanno spesso gli strumenti per capire la veridicità delle notizie lette e fanno difficoltà a individuare fonte sicure e attendibili, e sono già ampiamente provati dagli effetti del distanziamento sociale necessario per combattere la diffusione del Coronavirus.