L’evoluzione della pandemia di coronavirus, che sta facendo tremare ormai tutti i Paesi del mondo, è al centro assoluto della ricerca scientifica, assieme a quelli che sono gli studi per la realizzazione di vaccini e cure da lanciare in campo il prima possibile.
Gli esperti americani, però, avvertono. Secondo quanto riportato dal Dr. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, gli Stati Uniti devono prepararsi a un secondo ciclo dell’epidemia Covid-19. Ma allo stesso tempo il noto virologo, che è al momento membro della task force di Trump che sta gestendo l’emergenza sanitaria nel Paese, conferma quanto era stato già dichiarato qualche giorno fa da Burioni.
“Che possa forse diventare una cosa ciclica stagionale [il coronavirus n.d.r.]? Sì, ho sempre detto che ritengo possa accadere”, assicura Fauci durante un incontro con la stampa alla Casa Bianca. Del resto, i funzionari sanitari statunitensi e gli esperti di malattie infettive stanno studiando attentamente come si comporta il nuovo coronavirus, e ne stanno osservando il decorso anche negli altri Paesi. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento c’è finita soprattutto l’Africa meridionale, dove la stagione invernale sta ormai bussando alle porte.
“Quello che stiamo iniziando a vedere nell’emisfero australe, nell’Africa meridionale così come negli altri Paesi, è che i primi casi locali stanno comparendo proprio con l’arrivo della stagione invernale“, ha affermato il virologo. Che ha poi proseguito allertando gli Stati Uniti: “Se si stanno dunque avvicinando a un loro sfogo locale di contagi, sarà inevitabile doversi preparare all’arrivo di un secondo ciclo anche da noi“.
Già all’inizio del primo grande sfogo dell’epidemia i funzionari sanitari degli Stati Uniti avevano affermato pubblicamente come potesse esserci una concreta ipotesi secondo cui l’epidemia “potrebbe diventare potenzialmente stagionale”, e arrendersi infine alle condizioni meteorologiche più calde.
“Altre malattie respiratorie virali sono stagionali, compresa l’influenza, e quindi in molte malattie respiratorie virali assistiamo a una diminuzione di contagi in primavera e in estate”, ha affermato la dott.ssa Nancy Messonnier, direttrice del Centro nazionale per le immunizzazioni e le malattie respiratorie del CDC. Nell’ultima conferenza tenutasi lo scorso 25 febbraio, infatti, aveva poi sottolineato: “Possiamo certamente essere ottimisti sul fatto che questa malattia seguirà quest’esempio“.
Data dunque l’ipotesi non così remota che il nuovo Covid-19 possa trasformarsi in influenza stagionale, nella giornata di ieri Fauci ha ulteriormente ribadito l’importanza della produzione di un vaccino il prima possibile, “così possiamo averlo pronto per il prossimo ciclo” di contagi. In tal senso, i funzionari sanitari statunitensi hanno accelerato le loro ricerche e il loro lavoro, tanto da aver già dato avvio alle prime sperimentazioni sull’uomo di un potenziale vaccino.
Non c’è tempo da perdere, in effetti: anche perché secondo l’ultimo bollettino, ormai gli Stati Uniti hanno il terzo numero più alto di casi confermati al mondo, dietro l’Italia e la Cina – secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University. Più della metà dei casi negli Stati Uniti è nello stato di New York, dove funzionari locali hanno testato più di 103.000 persone e speso almeno 1 miliardo per combattere la pandemia.
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